Effe e Virtus, Basket City all’esame Reyer
Sarà l’Umana Venezia il termometro degli umori di Basket City di metà gennaio. La Fortitudo va a Mestre domani, la Virtus ci andrà la domenica dopo, per restituire ai campioni d’Italia una visita che tre mesi fa fu molto significativa per entrambe.
Il 29 settembre una Pompea senza Henry Sims (ma con un clamoroso DeShawn Stephens), alla prima in casa in Serie A dopo dieci anni, piazzava il primo colpaccio stagionale; il 6 ottobre sempre al PalaDozza e sempre contro la Reyer esordiva Milos Teodosic, diventando istantaneamente un idolo bianconero (tripla col primo pallone toccato, alla fine un irreale 22 e 7 assist in 21 minuti).
La Reyer di oggi però non sembra più la squadra frastornata che tra campionato e coppa perse 4 delle sue prime 5 partite stagionali. Non ha ancora sistemato tutti i suoi problemi iniziali, incluso il bomber Andrew Goudelock (preso a fine ottobre, ma non ha ancora giocato), però ha cambiato passo.
Andarla a sfidare domani sarà certo dura, per la Effe di Antimo Martino a cui si chiede quantomeno una prestazione all’altezza, nel momento più difficile della stagione, con la figuraccia contro Pesaro che ancora pesa.Per una Virtus che in questi giorni sembra concentrata sul fronte europeo la partita in casa con Pistoia (domani sera alle 20.30) è invece un esercizio obbligatorio, prima di una settimana impegnativa: a Trento in Eurocup martedì 21, al Taliercio domenica 26.
Entrambi passaggi importanti, la coppa in questo momento forse di più, ma sarebbe un errore sottovalutare il campionato, rischiando l’aggancio di Sassari, che ha un calendario molto favorevole. Venezia, che sarà anche la prima avversaria della Segafredo in Coppa Italia il 13 febbraio a Pesaro, avrà Vidmar: accolto il ricorso e sostituite con multa le due giornate di squalifica, lo sloveno doveva saltare le gare con le bolognesi ma le giocherà entrambe. azzurro ai Mondiali 2006, ricordato per la famosa difesa su Yao Ming a cui rendeva 25 centimetri), del quale la parentesi bianconera è stata una delle poche delusioni in 14 anni italiani. Amatissimo ovunque è stato (Milano, Napoli e Jesi), Rocca ha giocato alla Virtus una sola stagione, il 2012/13, un’annata molto tribolata, iniziata in panchina da Finelli e finita da Bechi tra pesanti polemiche. Niente da dire però sul suo impegno e serietà, sempre totale, anche se ormai era a fine carriera ed ha dato poco. Figlio di due insegnanti, pur sentendosi molto italiano (studiava cultura e tradizioni, faceva di tutto per non mancare in tempo di elezioni, considerando il voto un dovere di cittadino) anziché restare nel nostro basket ha scelto l’insegnamento in America. Cinque figli, ma per hobby trova comunque anche il tempo di allenare una squadretta di bambini delle elementari.