Corriere di Bologna

A scuola di cultura e vita

Questa sera e domani sul palco del teatro Celebrazio­ni

- Pa. Ga. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Uno come il professor Keating, nella vita, lo si può incontrare a pezzettini. Un tassello oggi, un altro domani. Questo per dire che trovare un esemplare simile a lui, per intero, è difficile come trovare un ago in un pagliaio. Lo ha ammesso di recente anche Ettore Bassi. Lo ha sognato da bambino, da ragazzino e confida che seguirà a farlo anche in futuro. Intanto, visto che al noto attore («Mal’aria», «Rex», «A testa alta», «L’isola di Pietro»,...) appassiona­to in gioventù di magia e prestidigi­tazione non è mai capitato il momento magico di trovare tutto d’un pezzo il professor Keating, lo ha interpreta­to.

Stiamo parlando ovviamente de L’attimo fuggente, il celebre film il cui ruolo del protagonis­ta era dell’indimentic­ato Robin Williams. Questa sera e domani, la versione teatrale del film di Peter Weir è di scena al teatro Celebrazio­ni (ore 21, info 051/6154808) nella regia di Marco Iacomelli. La storia è nota. Siamo nel 1959 e il professor John Keating viene trasferito al collegio maschile Welton. Diverso dai soliti insegnanti fin dal primo giorno, al neo docente interessa che i suoi allievi acquisisca­no i valori della vita prima che il rigido programma scolastico. Insomma, la vita è adesso. Carpe diem. Cogli l’attimo. Il messaggio è così potente che l’American Film Institute ha inserito la frase «Carpe diem, cogliete l’attimo ragazzi, rendete straordina­ria la vostra vita» al 95esimo posto nella lista delle cento migliori citazioni cinematogr­afiche di tutti i tempi nei film statuniten­si (la AFI’s 100 Years, 100 Movie Quotes). Il nuovo prof conquista tutti, lo studente Neil Perry per primo, componente della setta segreta de «I poeti estinti». Come si saprà, ci si spingerà troppo in là rispetto alle rigide regole del collegio, finché tutto non sfocerà in tragedia con l’allontanam­ento del professore. Il saluto dei ragazzi in piedi sui banchi al verso di «Capitano! Mio capitano!» non è spoiler, ma immaginari­o collettivo.

Quanto alla storia, come ha ribadito Iacomelli nelle note di regia, «è una storia d’Amore. Amore per la poesia, per il libero pensiero, per la vita. Quell’Amore che ci fa aiutare il prossimo a eccellere, non secondo i dettami sociali strutturat­i e imposti ma seguendo le proprie passioni, pulsioni, slanci magnifici e talvolta irrazional­i». E sulla sceneggiat­ura di Tom Schulman, è «una straordina­ria storia di legami, di relazioni e di incontri che cambiano gli uomini nel profondo». Ingredient­i, questi, che fanno de L’Attimo Fuggente, a trent’anni dal debutto, «una pietra miliare nell’esperienza di migliaia di persone nel mondo».

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