IL CIVICO, NIPOTE DI MARCO BIAGI, CHE PUNTA SU BOTTEGHE E APPENNINO
Giulio Venturi, 36 anni, dopo essere stato eletto consigliere del Comune di Bologna nel 2016 candidandosi con Insieme Bologna tenta l’impresa con un’altra lista civica «Borgonzoni presidente», collegata alla candidata del centrodestra Lucia Borgonzoni.
«Credo che questa volta ci siano tutte le reali condizioni per potercela fare a vincere e dare finalmente un cambiamento all’Emilia-Romagna — dice —. Sono orgoglioso della mia esperienza a Palazzo d’Accursio, anche come presidente della commissione Bilancio, e per questo ho deciso di mettermi in gioco per la Regione».
Di professione export manager e nipote del giuslavorista Marco Biagi, ucciso nel 2002 dalle Brigate Rosse, Venturi riconduce molto del suo impegno politico a quella vicenda: «Per questo ho sempre sostenuto idee moderate, la mia famiglia conosce i drammatici effetti dell’estremismo. E anche in questa candidatura sono un civico al servizio della comunità, perché ritengo le appartenenze partitiche come una delle grandi cause della disaffezione dei cittadini nei confronti della politica».
Dai banchi del Consiglio comunale affronta spesso i nodi della mobilità cittadina, adesso il suo sguardo diventa metropolitano. «Il nodo di Bologna è fondamentale ma le soluzioni messe in campo sono insufficienti — sottolinea —. Il Passante di mezzo è un’opera sbagliata, il tram è un progetto disastroso e in più non si dà seguito alla grande necessità di parcheggi. In provincia mancano strade e treni, soprattutto in Appennino».
Avendo le radici familiari piantate a Lizzano in Belvedere, il candidato civico dichiara battaglia allo spopolamento della montagna: «Prima c’erano centri attivi e dinamici, ma sono stati abbandonati. Serve una fiscalità di vantaggio per quelle zone. E un grande sostegno ai commercianti. Le botteghe storiche e le sagre sono le nostre tradizioni».