«Tra tossici e Sardine qui a Bologna è dura» Bufera sul poliziotto
«Io a Bologna tra tossici e sardine». Non è uno scherzo di cattivo gusto ma uno stralcio di un post su Twitter di un presunto poliziotto che tre giorni fa sul social avrebbe pubblicato l’equivoca uscita accompagnata da una foto che lo ritrae con pistola e distintivo, durante un servizio a Bologna. Almeno stando al testo. Digos e Polizia postale si sono messi subito al lavoro per identificare l’autore del messaggio e verificarne l’autenticità. Se fosse effettivamente un poliziotto, avrebbe violato la circolare del capo della Polizia, Franco Gabrielli, che ad ottobre invitava tutti gli operatori in divisa a tenere anche sul web un «comportamento sempre improntato al massimo rispetto dei principi costituzionali, delle libertà fondamentali, della dignità della persona e di non discriminazione».
Il tweet in questione, che ha scatenato accese polemiche, risale al 16 gennaio. La foto in bianco e nero ritrae un uomo inquadrato dalle gambe fino all’altezza degli occhi, sorridente, in jeans e maglione, distintivo al collo e pistola nella mano destra. Nella stanza si vede un vecchio computer non in funzione.
Il messaggio, con scarsa punteggiatura, recita: «Ragazzi, vi posto questa mia foto in un’operazione svolta proprio in quel di Bologna dove tra sardine centri sociali tossici e popolazione poco collaborativa non è proprio una passeggiata di salute». Alle spalle del presunto agente di polizia si intravede anche l’uomo che lo fotografa, pure lui con distintivo al collo.
Oltre alle polemiche, sono scattate naturalmente anche le indagini interne, che se accerteranno la veridicità di quanto postato non potranno che avere conseguenze. «Stiamo cercando di capire a chi appartiene il profilo social — dichiara il questore di Bologna Gianfranco Bernabei — e se il post è stato scritto effettivamente da chi appare in foto. Sappiamo tutti che i social sono una giungla. È chiaro che se si tratta di un poliziotto, foto e frasi sono inopportune e le conseguenze non potranno che essere valutate sotto un profilo disciplinare».
L’account risulta essere di «Claudio 80»: si presenta come romano, laureato, con 1.680 followers e ben 143mila cinguettii all’attivo. Nella foto del profilo appare con il volto coperto da un passamontagna del tipo usato dai reparti speciali. Tante delle sue esternazioni inneggiano alla polizia e alle forze dell’ordine. Numerosi però anche i messaggi ritwittati del leader leghista Matteo Salvini, di Giorgia Meloni, di utenti sovranisti e di destra. Nei commenti seguiti al contestato tweet, `Claudio 80´, in risposta ad un follower, sostiene che le sardine «amano l’illegalità. Aspetta che abbiano dei figli. Aspetta che facciano qualcosa a loro poi piangono con noi disperati». In serata, però, il caso pare andare verso un chiarimento. ««Sono io l’agente della foto, ma non è mio né l’account né il tweet» contro «sardine e tossici» a Bologna. Un vero poliziotto ha presentato infatti denuncia alla Postale spiegando di essersi riconosciuto nella foto — risalente a circa 20 anni fa — trasmessa account sotto accusa, di cui ha disconosciuto la paternità.
Duro era stato il commento di Emanuele Fiano del Pd: «Qualcosa non funziona se un poliziotto considera giusto denigrare movimenti politici, comunità e centri sociali».