Il coronavirus ferma l’Emilia
Il sindaco Merola attiva un gruppo di lavoro. C’è un caso sospetto a Reggio, si attende l’esito del test Tre lombardi positivi ricoverati a Piacenza. Stop a concorsi, volley e anche al segno della pace
Sono tre i pazienti positivi al coronavirus in ospedale a Piacenza: chiudono scuole e impianti sportivi e si sospende lo scambio di pace in chiesa nel piacentino. A Bologna slitta il concorsone degli infermieri.
Mentre l’Emilia-Romagna vive con il fiato sospeso, l’ultimo aggiornamento parla di tre persone contagiate da Coronavirus nel Piacentino. Tutte e tre, però, hanno contratto il virus a causa del focolaio in Lombardia, «mentre non si registrano al momento trasmissioni del virus in Emilia-Romagna» comunica con una nota Viale Aldo Moro. Nonostante ciò, la Regione ha alzato il livello di attenzione e ha convocato una cabina di coordinamento regionale che si è riunita ieri pomeriggio.
Mentre si attende il risultato del test su un caso sospetto a Reggio Emilia, un paziente ricoverato al Santa Maria Nuova, i tre pazienti contagiati nel Piacentino sono in isolamento nel reparto di Malattie infettive del nosocomio di Piacenza. Si tratta della 82enne di Codogno (Lodi), residente nello stesso Comune del «paziente uno», il manager della Unilever che potrebbe aver contratto il virus da un amico rientrato dalla Cina. Gli altri due contagiati sono l’infermiere piacentino che lavora al triage dell’ospedale di Codogno e che lì aveva avuto un contatto diretto con il 38enne colpito da Covid-19 e un paziente residente a Maleo, in provincia di Lodi. Dei due uomini la Regione fa sapere che «non sono in condizioni critiche».
«Confermo che al momento non abbiamo un focolaio in Emilia-Romagna o trasmissione del virus nel territorio regionale», sottolinea ancora una volta l’assessore alla Sanità Sergio Venturi, visto che questa è una notizia positiva nel pieno dell’emergenza. Ma l’allerta resta alta. «Ribadisco che il servizio sanitario regionale è costantemente allertato per gestire al meglio la situazione».
A Piacenza, intanto, scuole e impianti sportivi restano chiusi e dal comitato di crisi convocato in Prefettura è arrivato l’invito ai cittadini ad evitare i luoghi molto affollati. A Bologna anche il sindaco Virginio Merola ha deciso di istituire un gruppo di lavoro per monitorare la situazione, pur in assenza di contagi nel territorio, ma in via precauzionale. La task force in seno alla direzione generale del Comune è composta per ora dagli assessori alla Salute e alla Protezione civile Giuliano Barigazzi e Alberto Aitini insieme ai rispettivi tecnici. A Bologna, intanto, le farmacie della stazione, dell’aeroporto e del centro ieri avevano esaurito mascherine e gel disinfettante da viaggio per le mani. Luca Qiu, operatore economico e membro della presidenza di Confesercenti Bologna per i rapporti commerciali Italia-Cina, fa sapere che «stiamo chiedendo a Confesercenti nazionale di farsi promotrice di una mediazione con le banche, per chiedere aiuti, come sospensione di mutui e pagamenti, per gli operatori commerciali cinesi in difficoltà».
Nei luoghi di lavoro più affollati si diffonde la preoccupazione. Il Ministero della Giustizia ha emanato una circolare che esonera dal servizio, fino a nuove disposizioni, «tutti gli operatori penitenziari residenti o dimoranti» nei Comuni della Lombardia in cui è stato riscontrato il focolaio del virus. Analoga impossibilità di accedere agli istituti penitenziari della regione e al carcere minorile di via del Pratello anche per il
” L’assessore Venturi A oggi non c’è un focolaio in Emilia-Romagna né trasmissione del virus nel territorio regionale
personale civile esterno e per i familiari di detenuti. Sospesi i permessi a casa e i trasferimenti per i detenuti maggiorenni e minorenni provenienti da quei territori, ma il sindacato Sinappe lamenta l’assenza, negli istituti penitenziari della regione già fortemente sovraffollati, «di guanti, mascherine, gel antibatterico per le mani e altri dispositivi di protezione individuale». La Uil del pubblico impiego, invece, suggerisce di sospendere i concorsi pubblici, per evitare «aggregazioni e spostamenti di massa».