La Regione: il tampone ai ricoverati per polmonite
Atutti i pazienti affetti da polmonite e ricoverati negli ospedali della regione sarà effettuato il test del coronavirus. È una delle misure stabilite ieri nel corso della prima riunione in Regione della «cabina di coordinamento» sull’emergenza coronavirus, che si riunirà costantemente per valutare l’andamento epidemiologico.
Il presidente Stefano Bonaccini, gli assessori e gli esperti del mondo della sanità hanno inoltre deciso che da lunedì sarà attivo anche un numero verde regionale per qualsiasi dubbio o segnalazione relativa al virus. Obbligatorio, inoltre, riferire all’Ausl se si è stati in Cina negli ultimi 14 giorni.
Nessun focolaio di coronavirus in EmiliaRomagna, ma la Regione alza il livello di attenzione. Ieri pomeriggio il presidente Stefano Bonaccini ha riunito un’unità di crisi, la cabina di coordinamento regionale, che ha deciso di intensificare i controlli nell’ambito del monitoraggio continuo. A partire dal test del Coronavirus al quale saranno sottoposti tutti i pazienti affetti da polmonite ricoverati in Terapia intensiva negli ospedali emilianoromagnoli. Da domani sarà attivo un numero verde regionale che si aggiungerà al 1500 nazionale e al 0523 317979 per il territorio di Piacenza. La cabina di coordinamento si riunirà costantemente per valutare l’andamento epidemiologico. È composta dall’assessore alla Sanità Sergio Venturi (ieri sostituito dal suo successore Raffaele Donini per una lieve indisposizione), dall’assessore alla Protezione civile Paola Gazzolo, dal direttore generale dell’assessorato alla Sanità Licia Petrapoulacos, dalla direttrice della Protezione civile Rita Nicolini, dalla microbiologa Maria Carla Re, dai professori Pierluigi Viale e Luciano Attara delle Malattie infettive del Sant’Orsola. La Regione raccomanda il rispetto rigoroso dell’ordinanza del ministro della Salute, che impone la permanenza domiciliare a chi torna dalla Cina o è stato in contatto con una persona risultata positiva. C’è l’obbligo di riferire al Servizio di Sanità pubblica della Ausl se si è stati nelle zone a rischio negli ultimi 14 giorni. Qualora si presentassero anche minimi sintomi verrà effettuato un tampone da personale sanitario al domicilio del paziente. I soggetti a rischio non devono recarsi in pronto soccorso, ma contattare il proprio medico o il 118.