Controlli e paure ai check-in del Marconi
Pannelli informativi e viaggiatori in fila ai banchi. In arrivo telecamere a infrarossi
” La coppia Andiamo nelle Filippine, alla fine ha prevalso la fatalità
” La mamma Sono incinta e la mascherina mi offre una precauzione in più
Che sia Dubai, o più semplicemente Trapani, all’aeroporto Marconi al momento di imbarcarsi la mascherina non fa differenza. Certo, è soprattutto tra i banchi checkin della Emirates che fanno capolino le precauzioni maggiori ma lo scalo bolognese, il luogo più internazionale della città, è forse dove l’allerta coronavirus — quantomeno visivamente — si percepisce di più.
Alcune disposizioni sono attive da giorni, come i pannelli in italiano, inglese e cinese che danno informazioni ai viaggiatori. Sono poi in arrivo le telecamere a infrarossi per verificare la salute dei pazienti, attività che attualmente viene svolta con dei termometri laser da dodici volontari della Protezione Civile. «In generale crediamo che sarebbe una buona norma indossare la mascherina sempre nei luoghi affollati come l’aeroporto — confessano Giuliana Aprigliano e Sofia Gusella, studentesse di Rovigo in partenza per Barcellona a volto mezzo coperto —. Bisogna essere allarmati nel modo corretto e quello che dispiace è che questa situazione sta facendo emergere anche tanto razzismo. Noi arriviamo da una regione tra le più problematiche in questo momento ma pensiamo anche che la paura non serva, meglio il controllo per affrontare con serietà questa emergenza».
Michael e Tania (lei con mascherina indossata) da San Marino sono diretti a Dubai per poi proseguire il viaggio verso Cebu, nelle Filippine. «Ovviamente abbiamo riflettuto sulla possibilità o meno di andare in Asia — spiega la coppia —. Ma tanto abbiamo visto come il contagio sia ormai diffuso anche in Italia ed Europa. Avevamo organizzato il viaggio da tempo e non ci sembrava il caso di disdire, anche perché sia l’agenzia che il medico di base ci hanno dato tutte le indicazioni da seguire, perfino quale mascherina comprare. Saranno tre settimane di mare in ogni caso divertenti».
Chiara con al seguito il marito e la figlia piccola è invece in attesa del volo per Marsa Alam (Egitto): «Arriviamo dalla provincia di Padova, in pochi chilometri tanti paesini adesso vivono nel terrore. Io indosso la mascherina soprattutto perché sono incinta e voglio avere una precauzione in più. Il tour operator ci ha spiegato che dove andremo la situazione è sotto controllo e anche qui all’aeroporto di Bologna ci sembra che comunque regni la calma. Per certi versi è più preoccupante quello che sta succedendo in casa nostra».
Alessio è di Arezzo ma vive a Dubai da anni e viaggia molto per lavoro essendo occupato nel mondo dei metalli preziosi. «A Dubai il coronavirus si affronta con più serenità rispetto all’Italia — osserva il libero professionista —. Io indosso la mascherina più per un fatto psicologico e lo faccio da tempo non solo alla luce del coronavirus. Dal mio punto di vista gli effetti maggiori si vedranno sull’economia perché la Cina ha degli effetti reali sui mercati più rilevanti rispetto agli Stati Uniti. Il prezzo dell’oro per esempio è già schizzato in alto in pochi giorni». Carlo con moglie e due bimbe è invece diretto in Sicilia per andare a trovare la famiglia. «Siamo di Parma e in questo momento ci preoccupa di più quello che succede a Piacenza e Cremona — spiega —. Siamo tutti muniti di mascherina e abbiamo comprato boccettine di disinfettante. Serve per essere prudenti ma l’allarmismo ingiustificato non serve».