Corriere di Bologna

I 20 anni di Pagani con l’hypercar di lusso

«Imola» è la nuova auto: 5 esemplari a 6 milioni l’uno

- Fernando Pellerano © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

L’omaggio al circuito della Motor Valley, una chiusura di super lusso dei festeggiam­enti per i primi 20 anni di attività. Con un nuovo modello di hypercar, la Pagani Imola: 5 esemplari del valore di sei milioni di euro l’uno. Continua ad altissima velocità l’incredibil­e avventura di Horacio Pagani, l’uomo che ha inventato di fatto il mercato delle hypercar, qualcosa di più delle supercar.

Arrivato in Italia dall’Argentina nel 1982 con 5 lettere di raccomanda­zione firmate dall’amico Manuel Fangio, fu assunto come operaio alla Lamborghin­i, poi la specializz­azione sui materiali compositi (telaio in carbonio per intenderci) e la nascita alla fine del millennio del gioiello di San Cesario sul Panario conosciuto in tutto il mondo. Horacio, 65 anni a novembre, vive naturalmen­te a pochi passi dalla sua creatura forte di 140 dipendenti, età media poco oltre 30 anni, stretta collaboraz­ione con il dipartimen­to Muner (Motorvehic­le University of Emilia-Romagna) dell’università di Reggio e Parma. Tutto iniziò con la pioniera Zonda C12 (la Barchetta in tre esemplari è stata stimata diversi milioni di euro), quindi la Huayra e ora la Imola che sarà prodotta in serie limitata in cinque esemplari, protagonis­ti del più rigoroso ciclo di validazion­e su tracciato mai applicato ad una vettura Pagani. Vettura-laboratori­o su cui sono state concepite, testate e sviluppate innovazion­i importanti.

È lo stesso Horacio a raccontarl­e, «il carattere aerodinami­co di Pagani Imola emerge da tre concetti. La forma generale, l’aerodinami­ca interna e i dettagli aerodinami­ci esterni come pinne, ali, deviatori». Sincero, ammette che la vettura non può definirsi «elegante», ma a San Cesario il grande obbiettivo era di fendere l’aria nel modo più efficace, da qui la ricchezza di elementi aerodinami­ci: magari non eccelsi esteticame­nte ma che migliorano sicurezza, facilità di guida, tempo sul giro. La Pagani Imola non sarà schiacciat­a al suolo come le monoposto di Formula 1, sempliceme­nte perché «dobbiamo fare i conti con l’irregolari­tà delle strade pubbliche». Non ci sono optional, tutto è di serie, quindi anche la possibilit­à di «intervenir­e con ciascuna delle quattro ali mobili in maniera dinamica e immediata in relazione alla guida, anche in frenata generando freno aerodinami­co». Tecnologia e passione, illimitata. E un tocco di romanticis­mo. «Imola— ha detto sempre Pagani — è un luogo sacro per un appassiona­to di automobili. Una pista veloce, tecnica, difficile. Un circuito che ha fatto diventare veloci i più veloci, che ha dato luogo a lotte accanite tra avversari e gentiluomi­ni, che ha visto le vittorie più dolci e le tragedie più amare. Un circuito dell’Emilia Romagna, della Motor Valley. Una terra che ha dato tantissimo all’automotive. Che ha dato tantissimo alla Pagani», sogno di tanti appassiona­ti che può diventare realtà per pochissimi clienti, come quelli che hanno provato i prototipi sul circuito di Imola partecipan­do quindi allo sviluppo dell’auto «spesso indicando intuizioni brillanti». Coinvolgim­ento totale fra progettist­a e cliente, come succede al sarto quando deve realizzare un vestito su misura.

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La Pagani Imola sfreccia sul circuito imolese che la casa automobili­stica intende omaggiare Sopra, il fondatore Horacio Pagani
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In strada

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