Bologna-Juve, stop ai biglietti
L’ordinanza della Regione cancella le attività culturali contro il rischio di contagio
Nel fare il punto sui provvedimenti precauzionali presi domenica dalla regione Emilia-Romagna per bloccare il contagio da coronavirus, l’assessore regionale alla Sanità Sergio Venturi aveva cercato di allentare la tensione citando come dato personale il fatto che suo figlio fosse andato al cinema il giorno prima, senza che questo l’avesse allarmato più di tanto. L’ordinanza firmata dal presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e dal ministro della Salute Roberto Speranza prevede però la chiusura, per tutta la settimana, anche delle sale cinematografiche, che si sono prontamente adeguate. Compresa la Cineteca di Bologna, che ha sospeso le proiezioni, mantenendo aperta solo la Biblioteca Renzi.
In primo luogo, il provvedimento prevede nella sua definizione più generale, la «sospensione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi e di ogni forma di aggregazione in luogo pubblico o privato, anche di natura culturale, ludico, sportiva ecc, svolti sia in luoghi chiusi che aperti al pubblico». La «natura culturale» viene quindi citata espressamente come categoria, per poi essere meglio dettagliata in modo specifico. Prevedendo fino a domenica 1 marzo la «sospensione dei servizi di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura di cui all’articolo 101 dei codici dei beni culturali e del paesaggio di cui al decreto legge 42/2004, nonché dell’efficacia delle disposizioni regolamentari sull’accesso libero o gratuito a tali istituti o luoghi».
Il riferimento all’articolo di legge rimanda, con l’eccezione delle biblioteche, a musei, archivi, aree archeologiche e complessi monumentali, arrivando a interessare anche mostre d’arte, concerti musicali, spettacoli teatrali e proiezioni cinematografiche. Una decisione peraltro perfettamente in linea con quelle di tenore simile che sono state assunte dalle due regioni numericamente più colpite dal coronavirus, Lombardia e Veneto. Sposando così la posizione comune di sospendere qualsiasi tipo di evento o di riunione anche di carattere culturale.
La chiusura di università, musei, cinema e teatri nelle regioni coinvolte, oltre ad avere pesanti ricadute sul turismo, già duramente provato, va a toccare uno dei settori strategici dell’economia e della vita sociale italiana, quello della produzione culturale. Tanto che persino una grande manifestazione internazionale come la «Bologna Children’s Book Fair», che raccoglie operatori della letteratura per l’infanzia da tutto il mondo, ha scelto di posticipare precauzionalmente di un mese la prossima edizione. Una bella prova per una regione come l’Emilia-Romagna che, nelle statistiche degli ultimi anni redatte da Federculture e relative alla spesa media familiare per i consumi culturali, non è mai scesa dal podio.