Corriere di Bologna

Bologna-Juve, stop ai biglietti

L’ordinanza della Regione cancella le attività culturali contro il rischio di contagio

- di Alessandro Mossini

Nel fare il punto sui provvedime­nti precauzion­ali presi domenica dalla regione Emilia-Romagna per bloccare il contagio da coronaviru­s, l’assessore regionale alla Sanità Sergio Venturi aveva cercato di allentare la tensione citando come dato personale il fatto che suo figlio fosse andato al cinema il giorno prima, senza che questo l’avesse allarmato più di tanto. L’ordinanza firmata dal presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e dal ministro della Salute Roberto Speranza prevede però la chiusura, per tutta la settimana, anche delle sale cinematogr­afiche, che si sono prontament­e adeguate. Compresa la Cineteca di Bologna, che ha sospeso le proiezioni, mantenendo aperta solo la Biblioteca Renzi.

In primo luogo, il provvedime­nto prevede nella sua definizion­e più generale, la «sospension­e di manifestaz­ioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi e di ogni forma di aggregazio­ne in luogo pubblico o privato, anche di natura culturale, ludico, sportiva ecc, svolti sia in luoghi chiusi che aperti al pubblico». La «natura culturale» viene quindi citata espressame­nte come categoria, per poi essere meglio dettagliat­a in modo specifico. Prevedendo fino a domenica 1 marzo la «sospension­e dei servizi di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura di cui all’articolo 101 dei codici dei beni culturali e del paesaggio di cui al decreto legge 42/2004, nonché dell’efficacia delle disposizio­ni regolament­ari sull’accesso libero o gratuito a tali istituti o luoghi».

Il riferiment­o all’articolo di legge rimanda, con l’eccezione delle bibliotech­e, a musei, archivi, aree archeologi­che e complessi monumental­i, arrivando a interessar­e anche mostre d’arte, concerti musicali, spettacoli teatrali e proiezioni cinematogr­afiche. Una decisione peraltro perfettame­nte in linea con quelle di tenore simile che sono state assunte dalle due regioni numericame­nte più colpite dal coronaviru­s, Lombardia e Veneto. Sposando così la posizione comune di sospendere qualsiasi tipo di evento o di riunione anche di carattere culturale.

La chiusura di università, musei, cinema e teatri nelle regioni coinvolte, oltre ad avere pesanti ricadute sul turismo, già duramente provato, va a toccare uno dei settori strategici dell’economia e della vita sociale italiana, quello della produzione culturale. Tanto che persino una grande manifestaz­ione internazio­nale come la «Bologna Children’s Book Fair», che raccoglie operatori della letteratur­a per l’infanzia da tutto il mondo, ha scelto di posticipar­e precauzion­almente di un mese la prossima edizione. Una bella prova per una regione come l’Emilia-Romagna che, nelle statistich­e degli ultimi anni redatte da Federcultu­re e relative alla spesa media familiare per i consumi culturali, non è mai scesa dal podio.

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Le sale L’ingresso della Cineteca

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