V, Effe e gli altri Il campionato letto da Michelini
Il tecnico e commentatore: «Sorprese nei playoff»
Stefano Michelini, se la partita di Istanbul mercoledì si giocherà, la Virtus scenderà in campo dopo 20 giorni di stop. Una sosta così lunga può essere condizionante?
«Partiamo dal presupposto che la Virtus è partita con idee precise, una preparazione estiva intensa con obiettivi tecnico-tattici definiti per raggiungere subito standard di alto livello. Il frutto di tutto ciò è il primato il campionato, la qualificazione in Eurocup raggiunta in anticipo ma anche la stanchezza in Coppa Italia alla quarta partita in otto giorni. Alla luce di tutto questo, la lunga pausa non può che aver fatto bene».
Però scendere in campo – qualora si giochi – per una partita così importante dopo uno stop così lungo può penalizzare?
«I turchi hanno sicuramente il vantaggio di aver giocato due partite nell’ultima settimana, hanno ripreso confidenza con l’aspetto agonistico. Ma i 20 giorni hanno permesso alla Virtus di ricaricare le batterie e lavorare per trovare quelle alternative che servono quando le difese di concentrano su Teodosic».
Osservando i numeri, il Darussafaka concede 71 punti di media e la Virtus ne segna 84. Sarà difesa turca contro attacco bianconero?
«I punti segnati dipendono dai possessi, ossia dal ritmo a cui vuoi giocare, e la difesa ne è la conseguenza. All’andata, la Virtus partì forte andando avanti e gestendo la partita, tenendo gli americani dei turchi a percentuali molto basse. In gare come questa, con un’alta posta in palio, è più facile si giochi a metà campo e le percentuali si abbassino. Il gioco interno dei lunghi e il controllo dei rimbalzi d’attacco potrebbero essere due delle chiavi della gara. La Virtus dovrà aspettarsi i raddoppi su Teodosic e che i turchi lo puntino in uno contro uno, rientra nell’ordine naturale delle cose».
Per quello che si è visto in campionato fino ad oggi, la Virtus è da considerarsi la favorita per lo scudetto?
«Essendo in vetta e per il gioco mostrato finora, sì. Però a maggio, e la Coppa Italia lo ha dimostrato, gli scenari possono cambiare. Venezia sta trovando equilibri che non aveva, Milano è la favorita di tutti e potrebbe trovarli se uscirà dall’Eurolega e avrà quindi tempo di allenarsi. Sassari sta facendo una grande stagione e Brindisi gioca la pallacanestro più spumeggiante. Saranno playoff insidiosi con possibili sorprese».
In zona playoff c’è anche la Fortitudo, che ha inserito Dyson. Come cambia la squadra di Martino con l’americano?
«Al netto che stia bene fisicamente, non potrà mai stare come 5 anni fa a Brindisi e Sassari dove giocava in contropiede e transizione. È un giocatore di corsa, ritmo, con zampate imprevedibili ma che non ama giocare senza palla. Un giocatore importante al quale devi adeguarti. Robertson giocava nel sistema, a volte anche troppo perché magari ci si aspettava qualche iniziativa in più. In termini di personalità c’è differenza come fra Polo Nord e Polo Sud».
La Pompea è rimasta sempre fra le prime otto, i playoff sono un obiettivo?
«L’arrivo di Dyson dice questo. La Fortitudo ha fatto grandi risultati, l’esperienza e il vissuto all’inizio della stagione hanno permesso una ottima partenza, mentre a lungo andare le squadre più fresche e atletiche crescono. Ci sono ancora tante partite da vincere e non sarà facile, ma se la Fortitudo andrà ai playoff sarà una vera impresa sportiva».