Il contagiato bolognese era stato in discoteca
La sera prima che in EmiliaRomagna esplodesse l’allarme coronavirus, cioè sabato 22 febbraio, il 42enne bolognese contagiato e in isolamento domiciliare era stato nella discoteca «Vivi-Le Grotte» di San Pietro in Casale. Per questo l’Asl chiede a chiunque sia stato nello stesso locale quella sera e presentasse sintomi compatibili con il virus di chiamare.
Desta attenzione e più di qualche preoccupazione l’indagine epidemiologica partita ieri tra Bologna e Ferrara e che nelle prossime ore proverà a ricostruire tutti i possibili contatti avuti dall’impiegato di 42 anni in isolamento a casa dopo essere risultato positivo al coronavirus: si tratta di uno dei tre casi bolognesi riscontrati tra i 324 contagiati finora emersi in Emilia-Romagna, ai quali vanno aggiunti gli 11 decessi regionali collegati, oltre ad altre patologie pregresse, anche al Covid19. Stando all’ultimo bilancio della Regione si tratta di 50 casi in più rispetto ai 285 di domenica sera (decessi compresi).
Il 22 febbraio il 42enne aveva partecipato a una serata alla discoteca «Vivi-Le Grotte» di San Pietro in Casale e questa circostanza è stata messa sotto osservazione delle Ausl di Bologna e Ferrara, che ieri in collaborazione con il gestore del locale hanno lanciato un avviso indirizzato a tutti coloro che hanno partecipato a quell’evento e che nei giorni successivi hanno accusato sintomi in qualche modo riconducibili al coronavirus: in particolare si fa riferimento a tosse, febbre e difficoltà respiratorie. «Invitiamo chi era presente nella discoteca tra le 23 e le 3 di notte a non andare in ospedale — scrivono le due aziende sanitarie — ma a telefonare allo 0516224165 se residenti
Indagine epidemiologica
Il paziente 42enne di Bologna il 22 era stato in un locale di San Pietro in Casale
nel Bolognese o allo 800550335 nel Ferrarese. In caso di sintomi gravi il numero di riferimento è il 118». Nonostante l’uomo fosse stato diagnosticato da sabato, soltanto ieri è emersa questa circostanza e non è chiaro se sia stato il diretto interessato a rivelarlo con ritardo o se qualcosa si sia inceppato nelle comunicazioni: ieri pomeriggio anche la pagina Facebook della discoteca ha pubblicato un avviso per allertare i clienti presenti quella sera. Di certo sono già stati sottoposti a tampone e verifiche i contatti più stretti del 42enne, ma considerando la grandezza del locale in questione che può contenere diverse centinaia di partecipanti, il caso è oggetto di grande attenzione. Nel frattempo sotto le Due Torri ieri si è registrato un nuovo contagiato: si tratta di un uomo di 59 anni che domenica si è presentato al pronto soccorso del Maggiore indossando una mascherina, contravvenendo alle indicazioni della Regione che dice di chiamare il 118 e non andare in ospedale in autonomia.
Come chiarisce l’Ausl il 59enne è stato preso in cura dal personale già equipaggiato per trattare un ipotetico caso di coronavirus e sarebbe subito stato isolato in un’area del pronto soccorso che viene utilizzata per le diagnosi sospette: non sarebbe quindi entrato in contatto con altri pazienti. Una volta avuti i risultati è stato trasferito nel reparto di Malattie Infettive del Sant’Orsola.
Come detto salgono a 335 le diagnosi positive in EmiliaRomagna: tre i nuovi decessi nelle ultime 24 ore a Rimini (un paziente di 89 anni di San Marino); a Parma (un 62enne bergamasco) e infine Piacenza (un 95enne di Fiorenzuola). Circa la metà dei casi resta in isolamento in casa e la restante in ospedale, 16 in terapia intensiva. Piacenza l’area più colpita (212) e oggi ci sarà la visita del presidente Stefano Bonaccini, segue Parma (61), poi Modena (29), tallonata da Rimini (19), Reggio Emilia (8), Bologna (3), Ravenna (2) e infine Forlì-Cesena (1), con Ferrara ancora immune. «È ancora presto per intravedere un trend strutturato — spiega l’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini — ma registriamo un calo nella diagnosi di nuovi casi. Stiamo potenziando dei reparti a Piacenza ma il sistema regionale regge».
” Donini È ancora presto per intravedere un trend strutturato ma registriamo un calo nella diagnosi di nuovi casi