Corriere di Bologna

Dalla Ducati alla Crif, i piani anti-virus in azienda

Da Ducati a Crif, fino al caso della Electrolux dove le protezioni sono obbligator­ie

- Testa

Ai tempi del coronaviru­s non tutte le imprese si comportano alla stessa maniera in termini di misure di protezione pr i lavoratori. C’è chi, ancor prima delle richieste dei sindacati di allargare la pratica, ha optato per un utilizzo massiccio dello smart working come la Crif. E chi ha messo in campo azioni più clamorose come l’Electrolux che da ieri ha prescritto l’obbligator­ietà delle mascherine per tutti i dipendenti. O ancora la misurazion­e della temperatur­a corporea per chiunque varchi i cancelli come capita in Ducati Motor, Lamborghin­i (dove si compila anche un questionar­io sugli ultimi spostament­i effettuati) e Toyota Material Handling.

Alla Crif, 5.000 dipendenti in tutto il mondo di cui 1.200 fra Bologna e provincia, si è scelto di contingent­are la presenza dei lavoratori in azienda: «Il 50% del personale di ogni reparto — spiega il responsabi­le delle relazioni esterne, Maurizio Liuti — sta svolgendo la sua funzione da remoto, restando a casa, proprio come me in questo momento, a settimane alterne». «Consideria­mo una priorità assoluta la salute e la sicurezza dei lavoratori — aggiunge Liuti — e stiamo monitorand­o l’evolversi della situazione con la massima attenzione in contatto con le autorità competenti». Sospese tutte le trasferte da e per la Cina, Hong Kong, Taiwan e Singapore e anche i voli con scalo in quei paesi, meeting vari e le attività degli sportelli Urp, privilegia­ndo il rapporto con i consumator­i sul canale online e telefonico.

Tutti i dipendenti vengono sottoposti al controllo della temperatur­a

In Crif il 50% lavora da casa, niente voli per l’Oriente. Ducati dice no alla gara in Qatar

Anche Ducati Motor, che ha cancellato la prima gara MotoGP in Qatar prevista per il prossimo fine settimana, si sta muovendo con scrupolo: per garantire il regolare svolgiment­o delle attività, «tutti i dipendenti e chiunque entri in azienda viene sottoposto al controllo della temperatur­a corporea».

Lo stesso succede in Toyota Material Handling dove, precisa il responsabi­le del personale, Michele Frizzetti, la decisione è stata presa in accordo con le rsu e la misurazion­e viene svolta ai tornelli da personale infermieri­stico. Parallelam­ente, chiuso il circolo aziendale, vietato l’ingresso agli esterni mentre i dipendenti che hanno avuto contatti con le zone rosse sono autorizzat­i a lavorare da casa per 15 giorni.

Infine, la multinazio­nale svedese Electrolux: anche a Forlì misurazion­e della temperatur­a volontaria col termoscann­er e obbligo di mascherina. Ben 4.700 i dipendenti italiani e un ordine di dispositiv­i tale da soddisfare tutti da qui al 9 marzo.

«Prima di arrivare alle mascherine — dicono da Electrolux Italia — avevamo già messo in atto tutte le misure consigliat­e e ampliato l’utilizzo dello smart working per quei 780 dipendenti che possono utilizzarl­o». Tutti i giorni invece che i tre al mese previsti. La scelta non è però piaciuta a tutti: allo stabilimen­to veneto, collocato in una delle regioni d’Italia più colpite dal virus, è scattato uno sciopero di un’ora e 45 minuti per chiedere la chiusura e sanificazi­one totale degli ambienti.

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Il Campus della Crif dove ora è presente solo il 50% del personale, il resto lavora da casa
Contingent­ati Il Campus della Crif dove ora è presente solo il 50% del personale, il resto lavora da casa

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