Addio a Solaroli l’ex sindaco di Imola
Aveva 81 anni. Fu il primo non partigiano a presiedere l’Anpi
È morto per un malore l’ex sindaco di Imola Bruno Solaroli: aveva 81 anni.
Per molti anni funzionario del Pci, è stato anche parlamentare dal 1987 per altre tre legislature.
È stato sempre comunista, comunista italiano, è stato sempre riformista. È stato il primo non partigiano presidente dell’Anpi, dell’antifascismo ha difeso i valori e insieme li ha usati come strumento di dialogo, di incontro. Bruno Solaroli è il monumento a una Romagna, a un’Emilia rossa che non ha mai rinunciato a imparare e insegnare anche nelle sconfitte.
È stato sindaco di Imola quando il Pci aveva maggioranze bulgare, dal 1976 al 1987. Ha visto la sinistra sconfitta per la prima volta nel 2018. «Non perdiamo il contatto con il territorio, con le forze sociali, le professioni, non chiudiamoci in noi stessi», ammoniva da tempo. Con la città oggi commissariata dopo le dimissioni della sindaca grillina, ha fatto in tempo a sentire il vento che cambiava alle elezioni regionali dello scorso 26 gennaio, quando Stefano Bonaccini è arrivato oltre il 58 per cento e il Pd con il 39 è tornato il primo partito. È morto nella notte, all’improvviso, aveva compiuto 81 anni il 12 febbraio: se ne è andato centodieci anni dopo Andrea Costa, il primo parlamentare socialista italiano, simbolo di Imola, primo comune di sinistra nel 1889.
Solaroli è l’Emilia-Romagna di governo. È stato eletto alla Camera nel 1987, è stato parlamentare per altre tre leNon gislature, sottosegretario a Tesoro, Bilancio, Programmazione nei governi di Massimo D’Alema e Giuliano Amato. Quando è tornato a casa è stato dirigente alla Regione Emilia-Romagna fino al 2012.A lungo presidente dell’Associazione nazionale partigiani, al referendum costituzionale del 2017, con il governo Renzi, si schierò per il Sì, mentre i vertici nazionale erano per il No. «Come Anpi abbiamo indicato la libertà di scelta, che è garantita dalla Costituzione» dichiarò, riuscendo a tenere unita l’associazione e criticando ogni scelta “divisiva”. «Per decenni si sono costruiti rapporti con l’arco costituzionale».
gli piacevano «i partitini». Era stato capace di far approvare prima delle elezioni del 2018 un documento sull’antifascismo, la Costituzione, i diritti anche dai 5 Stelle. Lasciata la presidenza nel 2019 per sua scelta aveva continuato ad essere un punto di riferimento sia politico che per le associazioni economiche. Lascia la moglie Leana e i figli Maurizio e Claudia. Sarà allestita dalle 8.30 alle 11.30 di domani, nella Sala del Gonfalone in municipio a Imola, la camera ardente. La salma sarà trasportata al cimitero del Piratello, per essere tumulata nel Famedio.