Il porto di Ravenna pronto al restyling
In lizza due grandi consorzi. Rossi: realtà solide. I lavori saranno anticipati a fine anno
Una nuova banchina di oltre un chilometro, il potenziamento di quelle già esistenti, una nuova logistica. E poi, ancora, nuovi scali ferroviari merci e collegamenti con l’autostrada per implementare il traffico delle merci su gomme e su ferro.
Eccolo, in sintesi, il progetto «Ravenna port hub», che proprio nel 2020 potrebbe passare dalla fase esecutiva a quella operativa, con l’apertura dei primi cantieri. Sono due le offerte arrivate in risposta al bando di gara relativo progetto— del valore di 200 milioni di euro— che era stato pubblicato dall’Autorità di Sistema portuale del mare Adriatico centro settentrionale. La prima è stata presentata dal Consorzio stabile Sis Scpa con sede a Torino (le consorziate sono Inc S.p.A e Sacyr construccion e Sipal S.p.a., la seconda è l’offerta arrivata dal Consorzio Stabile Grandi Lavori S.c.r.l (le consorziate sono R.C.M. Costruzioni S.r.l. (SA) e Fincosit S.r.l. Genova). L’esame delle due buste è iniziato il 24 febbraio scorso e dovrebbe concludersi nelle prossime settimane.
«Contiamo di far partire i lavori già alla fine dell’anno, in anticipo sulle previsioni, se tutto va bene — spiega entusiasta il presidente dell’autorità portuale di Ravenna Daniele Rossi — intanto siamo molto soddisfatti delle due offerte che sono state presentate». I lavori dureranno molti anni. «Per questo motivo i vincoli inseriti nel bando erano parecchio stringenti. Abbiamo bisogno di imprese che garantiscano una certa solidità economica, anche perché il porto dovrà rimanere operativo per tutta la durata dei lavori».
Circa cinque chilometri di banchine verranno demolite per poi essere ricostruite. «Quella nuova, invece servirà alla movimentazione dei container in arrivo dalle navi», spiega ancora Rossi. L’adeguamento di quelle preesistenti è invece legato al miglioramento antisismico e a lavori previsti sul fondale. «Dove, come la maggior parte dei porti italiani abbiamo un problema di insabbiamento. Quindi un primo intervento verrà effettuato per risolverlo». Previsto anche un piano di sviluppo concentrato sui 200 ettari di logistica collegati alle banchine. «Qui — continua il presidente — puntiamo a creare un vero e proprio hub in cui le merci possano essere già sottoposte alle prime lavorazioni». Ad oggi il porto di
Ravenna impegna circa 6.000 dipendenti (l’indotto arriva a 15.000 lavoratori). «Procedere con un piano di riqualificazione importante come quello che dovrebbe partire a breve, significa aumentare e di molto il livello di competitività della struttura sul piano nazionale. Vogliamo candidarci a essere un porto d’approdo per la nuova “Via della seta”, nell’ottica, ovviamente, di una visione a lungo termine». Per la cronaca, il progetto prevede una spesa complessiva di 235 milioni di euro, totalmente coperti da uno stanziamento del Cipe dell’importo di 60 milioni di Euro, da un finanziamento di scopo erogato dalla Banca Europea per gli Investimenti (Bei) del valore di 120 milioni di euro e da un finanziamento dell’Ue, - fondi cef - di 37 milioni di euro.