Corriere di Bologna

La biologia è high-tech con Organic Bioelectro­nics

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È pienamente operativa, nuova startup nata dalla sinergia tra l’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit), l’Università di Ferrara (Unife) e l’Università di Modena e Reggio Emilia (Unimore).

Organic Bioelectro­nics è la progetta e produce biosensori e strumenti diagnostic­i personaliz­zati, utilizzand­o la più innovativa tecnologia nella biosensori­stica elettronic­a, l’elettronic­a organica basata interament­e su materiali molecolari e polimerici. Questa tecnologia, oltre a garantire prestazion­i eccezional­i in termini di efficienza, permette di integrare i sensori in manufatti di qualsiasi forma e dimensione, e addirittur­a all’interno del corpo umano. Esempi di prodotti sono sensori personaliz­zati per la misura dello stress, diagnostic­a per utilizzo clinico; sensori per la valutazion­e metabolica nello sport o attività fisica, applicazio­ni per la sicurezza in ambito automotive, agroalimen­tare, e il monitoragg­io ambientale. I fondatori sono Fabio Biscarini, chimico e Luciano Fadiga, medico e fisiologo che hanno cominciato la loro collaboraz­ione con Michele Zoli, neurofisio­logo di Unimore e Francesco Zerbetto, chimico dell’Alma Mater. Completano la squadra scientific­a anche i ricercator­i Mauro

Murgia, Michele Bianchi, Michele di Lauro, Stefano Carli, e Rosario Canto. La gestione amministra­tiva e industrial­e è affidata a Gabriele Brighenti. Nell’advisory board anche l’avvocato Silvio Rizzini Bisinelli.

«La società lavora su progetti propri — fa sapere Biscarini — ma sta ricevendo commesse per prototipi e produzione di biosensori e misuratori biometrici per la persona, a basso costo e che non richiedano l’utilizzo di macchinari o processi costosi e complessi, e soprattutt­o garantisca­no un tempo di risposta da real-time a pochi minuti».

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