PRIMA LA SALUTE
Lo slogan «prima la salute» del presidente rieletto Bonaccini risulta di particolare e sintetica efficacia. Chiarisce con nettezza che il contenimento dell’epidemia da Covid-19 è una linea strategica senza alternative. È l’unico presupposto in grado di permettere il rilancio dell’economia, dei trasporti, del commercio, del turismo, della cultura e delle altre attività. È la linea emiliana rispondente a quanto fissato nel decreto del governo e condivisa con le altre regioni.
Bonaccini con la sua determinazione a coordinare le politiche regionali, in qualità di presidente della Conferenza Stato-Regioni, sta lavorando per arrivare a un’ulteriore intesa e a uno specifico accordo con il ministero dell’Economia (ammortizzatori sociali, deroga sui mutui, finanziamenti alle imprese, sussidi). Finalmente si è riusciti, dopo ingiustificate decisioni locali o gravi provvedimenti unilaterali, a darsi una politica comune di lotta al contagio e di rilancio dell’economia. Di certo non ha giovato all’immagine dell’Italia quell’andare in ordine sparso degli inizi della crisi tra mondo scientifico, politiche governative e misure amministrative su fenomeni complessi e di grave emergenza. Come non ha giovato all’Europa il silenzio e il ritardo degli organismi europei sull’avanzare dell’epidemia, ritardo che ancora oggi favorisce sbandamenti e ambiguità di alcuni Paesi. In questo contesto di incertezze istituzionali, non ha brillato il contributo degli scienziati e degli esperti, a loro volta spesso contrapposti nelle valutazioni del fenomeno, nelle indicazioni di lotta al rischio di contagio e nei protocolli di cura e assistenza. Come con troppo ritardo, e senza l’autorità d’imporre le norme emanate, gli organismi internazionali e le istituzioni nazionali di Sanità pubblica dei vari paesi hanno lasciato il campo libero all’improvvisazione e senza una guida sul da farsi con orientamenti scientifici e competenze specialistiche. Non meno disastrosa è stata la qualità della comunicazione dei mass media, più che informare le persone e le famiglie hanno creato sconcerto. Si continua a parlare del numero dei morti con la incredibile giustificazione che trattasi di persone «anziane con pluripatologia» . Come dire il diritto alla salute più di tanto non si riesce a garantirlo a questi malati. Una domanda: la mancanza di posto-letti in terapia intensiva negli ospedali come viene compensata? Vogliamo credere che l’ultraottantenne affetto da malattie possa essere preso in cura con l’obiettivo di garantirgli la migliore salute prima possibile.