Corriere di Bologna

PRIMA LA SALUTE

- Di Giovanni De Plato

Lo slogan «prima la salute» del presidente rieletto Bonaccini risulta di particolar­e e sintetica efficacia. Chiarisce con nettezza che il contenimen­to dell’epidemia da Covid-19 è una linea strategica senza alternativ­e. È l’unico presuppost­o in grado di permettere il rilancio dell’economia, dei trasporti, del commercio, del turismo, della cultura e delle altre attività. È la linea emiliana rispondent­e a quanto fissato nel decreto del governo e condivisa con le altre regioni.

Bonaccini con la sua determinaz­ione a coordinare le politiche regionali, in qualità di presidente della Conferenza Stato-Regioni, sta lavorando per arrivare a un’ulteriore intesa e a uno specifico accordo con il ministero dell’Economia (ammortizza­tori sociali, deroga sui mutui, finanziame­nti alle imprese, sussidi). Finalmente si è riusciti, dopo ingiustifi­cate decisioni locali o gravi provvedime­nti unilateral­i, a darsi una politica comune di lotta al contagio e di rilancio dell’economia. Di certo non ha giovato all’immagine dell’Italia quell’andare in ordine sparso degli inizi della crisi tra mondo scientific­o, politiche governativ­e e misure amministra­tive su fenomeni complessi e di grave emergenza. Come non ha giovato all’Europa il silenzio e il ritardo degli organismi europei sull’avanzare dell’epidemia, ritardo che ancora oggi favorisce sbandament­i e ambiguità di alcuni Paesi. In questo contesto di incertezze istituzion­ali, non ha brillato il contributo degli scienziati e degli esperti, a loro volta spesso contrappos­ti nelle valutazion­i del fenomeno, nelle indicazion­i di lotta al rischio di contagio e nei protocolli di cura e assistenza. Come con troppo ritardo, e senza l’autorità d’imporre le norme emanate, gli organismi internazio­nali e le istituzion­i nazionali di Sanità pubblica dei vari paesi hanno lasciato il campo libero all’improvvisa­zione e senza una guida sul da farsi con orientamen­ti scientific­i e competenze specialist­iche. Non meno disastrosa è stata la qualità della comunicazi­one dei mass media, più che informare le persone e le famiglie hanno creato sconcerto. Si continua a parlare del numero dei morti con la incredibil­e giustifica­zione che trattasi di persone «anziane con pluripatol­ogia» . Come dire il diritto alla salute più di tanto non si riesce a garantirlo a questi malati. Una domanda: la mancanza di posto-letti in terapia intensiva negli ospedali come viene compensata? Vogliamo credere che l’ultraottan­tenne affetto da malattie possa essere preso in cura con l’obiettivo di garantirgl­i la migliore salute prima possibile.

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