Tram, il referendum è a rischio
Ingorgo di scadenze con le elezioni Amministrative del 2021. «Votare con il sindaco»
Referendum comunale per il tram nel giorno delle Amministrative 2021? È l’ipotesi inseguita dai promotori della consultazione e contrari alla realizzazione della prima linea tram Borgo PanigaleCaab.
L’idea nasce dal fatto che lo Statuto del Comune non consente di indire tornate referendarie nei dodici mesi precedenti alla scadenza del mandato amministrativo e in concomitanza con altre operazioni di voto.
La richiesta di referendum comunale presentata da alcuni partiti e comitati contrari alla realizzazione della prima linea tram Borgo Panigale-Caab deve già affrontare una corsa contro il tempo, che potrebbe però concludersi con la suggestiva ipotesi di votare per la consultazione nello stesso giorno delle elezioni amministrative 2021.
Ad aprire questo scenario, secondo i promotori del referendum, è infatti un articolo presente nello statuto del Comune di Bologna che — citando il testo in modo letterale— «non consente di indire tornate referendarie nei dodici mesi precedenti alla scadenza del mandato amministrativo né permette di svolgerli in concomitanza con altre operazioni di voto».
Da una prima lettura questo significherebbe che la finestra possibile per chiedere ai bolognesi se siano favorevoli o contrari alla linea rossa sarebbe strettissima e avrebbe come scadenza massima la fine di maggio o—al più tardi — la metà di giugno 2020, considerando che nella primavera 2021 la città sarà chiamata a votare per il nuovo sindaco.
Sulla questione procedurale sono però subito partiti approfondimenti legali da parte di chi ha avviato l’iter referendario: Insieme Bologna e Forza Italia in testa, appoggiati da alcuni gruppi di cittadini come Progetto Bolognina e il comitato Palasport.
Stando a dei primi riscontri e visionando altri documenti risulterebbe non esclusa la possibilità di ottenere il referendum nella stessa data delle votazioni amministrative. Una possibilità che avrebbe ovviamente delle conseguenze politiche non indifferenti sulla campagna elettorale e sulla corsa alla poltrona di sindaco. Il comitato dei garanti, che nei giorni scorsi ha raccolto sia le memorie dei promotori che quelle del Comune ha comunicato che la decisione sull’ammissibilità o meno del quesito arriverà entro il 30 marzo: lunedì dovranno invece essere depositati ulteriori documenti e fascicoli a sostegno dei due fronti.
A causa del coronavirus è invece slittato al 17 marzo l’incontro tra il sindaco Virginio Merola con il comitato Attacchiamoci al tram, l’altra sigla contraria all’opera ma non direttamente coinvolta (quantomeno finora) dal referendum. Ottenuto quel via libera i promotori della consultazione avranno tre mesi di tempo per raccogliere 9.000 firme autenticate per poter bussare alle porte di Palazzo d’Accursio e ottenere — dopo le opportune verifiche — il voto. Un passaggio obbligatorio che andrà in ogni caso chiuso rapidamente.
«Ovviamente riuscire ad avere le 9.000 firme il prima possibile sarebbe fondamentale per non incappare in possibili ostacoli burocratici — spiega Andrea Spettoli, consigliere del Borgo-Reno di Insieme Bologna— . Stiamo svolgendo le opportune verifiche e non dovremmo rischiare di non svolgere il referendum, anzi, diventerebbe molto interessante poterlo fare nello stesso giorno delle elezioni».