Ospedali e reparti «Covid-19» Il piano sanitario anti-crisi
La Regione si prepara ad affrontare un’eventuale impennata dei contagi. Intanto il Policlinico sospende da lunedì gli interventi chirurgici programmati
Da lunedì stop agli interventi chirurgici programmati e non urgenti al Sant’Orsola e negli altri ospedali bolognesi. Per liberare posti letto, e personale, da destinare alle terapie intensive in caso di necessità. È una delle misura del piano d’emergenza messo a punto dalla Regione che prevede anche la creazione di ospedali dedicati solo a pazienti affetti da coronavirus.
«Il sistema sanitario in Emilia-Romagna sta reggendo, ma bisogna essere pronti a qualsiasi evenienza». Sono le parole del governatore Stefano Bonaccini che insieme all’Unità di crisi formata da Regione, Comuni, Province, Protezione civile, forze dell’ordine e prefetture, sta studiando le mosse da mettere in campo se la situazione dei contagi e dei ricoveri si impennasse. Come bloccare tutti i ricoveri programmati e gli interventi chirurgici non urgenti, che Bologna inizierà a fare da lunedì, accorpare o spostare reparti, aumentare i posti nelle terapie intensive, arruolare medici, infermieri, specializzandi. E dedicare ospedali, quelli più piccoli, ai contagiati. «Alcuni si specializzeranno e diventeranno Covid-19 come quello che c’è già a Piacenza, in altri si faranno interventi chirurgici programmati indispensabili», annuncia il commissario Sergio
Venturi. «Dal punto di vista sanitario la situazione non è banale — ha detto ieri Bonaccini a La7 —, abbiamo avuto anche qui un incremento rilevante negli ultimi due giorni. Per ora abbiamo un numero contenuto di ricoveri in terapia intensiva (saliti ieri da 34 a 52, ndr), per fortuna non abbiamo i numeri della Lombardia, ma bisogna fare di tutto per farsi trovare pronti a qualsiasi emergenza».
Il piano d’attacco è pronto. Al Sant’Orsola la parziale chiusura del reparto di Urologia finirà con il fare un po’ da apripista ad altri accorpamenti o spostamenti di reparti. Si sta infatti ragionando sullo spostamento dell’intero reparto di Cardiochirurgia a Villa Torri, che già ha una sua attività nel medesimo ramo. In una prima fase il trasloco riguarderebbe il reparto adulti ma non è escluso che possa toccare al pediatrico. L’Urologia sospenderebbe l’attività chirurgica, spostando quella urgente all’ospedale Maggiore dove opera, anche con il robot, l’equipe di Sergio Concetti. E smetterebbero di operare, se non le urgenze, le varie chirurgie presenti al policlinico. L’obiettivo è abbattere il bisogno di terapia intensiva da parte di pazienti che non siano quelli con polmoniti dovute al coronavirus. Pazienti che, ricorda Venturi, necessitano in media di tre settimane di ricovero in quel reparto.
Al momento non si parla di creare un ospedale Covid-19 a Bologna, ma nelle prossime settimane strutture del genere potrebbero servire in altre zone della regione dove il virus si sta facendo più largo. Il Piacentino è certamente una di queste ma entro oggi dovrebbero essere stati attrezzati tutti i nuovi posti di terapia intensiva in più, che nelle varie strutture passano da 15 a 33 (oltre le 9 postazioni per l’attività ordinaria). Per ora non sono previste altre tendetriage, oltre alle 16 già allestite dalla Protezione civile. «Stiamo potenziando ovunque — spiega ancora Venturi —, al policlinico di Modena usiamo alcuni reparti-polmone realizzati per le ristrutturazioni in corso, all’ospedale di Rimini un piano intero, in altre città abbiamo già accordi con i privati accreditati».
Ci saranno assunzioni. Lo aveva annunciato il governatore Bonaccini, lo ribadisce il commissario ad acta. «Proporremo anche al governo degli accorgimenti per chi è appena andato in pensione con quota 100 che non può guadagnare più di 5.000 euro all’anno — spiega —, così non troviamo nessuno». Potrebbero arrivare in corsia anche specializzandi dell’ultimo anno e infermieri, a cui potrebbe essere anticipato di tre mesi il diploma.