Corriere di Bologna

«Questa peste s’è presa mio fratello: ci dicano perché»

Parla la sorella del 67enne di Gaggio morto due giorni fa: «Ci dicano come si è ammalato»

- M. G. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Peste»: la sorella del 67enne di Gaggio Montano morto due giorni fa chiama così la sindrome influenzal­e generata dal coronaviru­s. «Questa peste si è portato via mio fratello», dice. «Adesso però ci dicano come è possibile che si sia contagiato», si domanda poiché l’uomo aveva altri problemi di salute.

«Questa peste, perché io la chiamo “la peste”, si è portata via mio fratello. Ancora non riusciamo a capire come possa essersi contagiato e aspettiamo di saperlo».

Maria Venturi è la sorella di Silverio Venturi, il 67enne metalmecca­nico in pensione morto giovedì al Maggiore dopo che, mercoledì sera, le sue condizioni di salute erano velocement­e peggiorate: le analisi alle quali è stato sottoposto hanno riscontrat­o la sua positività al coronaviru­s, facendolo diventare così la prima vittima bolognese del

Covid-19. Il signor Venturi, che viveva nella frazione Rocca Pitigliana di Gaggio Montano, soffriva da tempo di problemi ai reni ed era in attesa di un trapianto: un paziente dializzato che ultimament­e aveva visto le sue condizioni peggiorare per patologie polmonari. «Lo avevo visto l’ultima volta 15 giorni fa, non stava così male — spiega la sorella —. Adesso anche io e mio marito, che viviamo a Bologna, ci troviamo in quarantena e siamo in attesa di capire quando potremo finalmente uscire di casa». Restano i dubbi e tante domande su come una persona che a causa della sua salute limitava molto gli spostament­i possa aver contratto il coronaviru­s. «Lui viveva in montagna in un luogo isolato e se viaggiava lo faceva solo per le visite mediche a Bologna — osserva la signora

Ora anche lei e suo marito, che vivono sotto le Due Torri, sono chiusi in casa

—. Non andava in giro, di certo non credo sia andato nella zona rossa in Lombardia, ma non ci sentivamo tutti giorni quindi non conosco tutti i suoi spostament­i recenti». L’uomo era sposato e ha un figlio: l’Ausl ha fatto partire verifiche specifiche non solo sui parenti ma anche sugli ultimi contatti che ha avuto. «Quando mio nipote mi ha informato non riuscivo a crederci — racconta la 70enne —. Poi ho chiamato il mio medico di base e ho contattato l’Ausl, adesso con grande apprension­e sto aspettando di sapere se per caso anche io sono stata contagiata». Fino al tardo pomeriggio di ieri la sindaca di Gaggio Montano, Maria Elisabettt­a Tanari, specificav­a di non aver avuto comunicazi­one di altri casi di positività nel suo Comune. Anche la direttrice del distretto Appennino bolognese con una nota ha segnalato che «a parte la vicenda di Gaggio Montano al momento non si registrano altri casi, ci sono dei concittadi­ni in isolamento domiciliar­e».

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