Colla a fianco di J Colors: Serve un altro mese per evitare la chiusura
Un mese di tempo in più per il salvataggio dello stabilimento J Colors di Finale Emilia, crollato con il terremoto del 2012 e ricostruito grazie alle risorse stanziate dalla Regione.
A chiederlo al governo sono il neo assessore allo Sviluppo economico Vincenzo Colla, il sindaco di Finale Emilia Sandro Palazzi e le rappresentanze delle organizzazioni sindacali e della proprietà che, data l’emergenza coronavirus, si sono collegate in videoconferenza per fare il punto della situazione. I licenziamenti messi sul tavolo dalla proprietà lo scorso 22 novembre, parallelamente all’annuncio di chiudere la sede di Finale Emilia per trasferire tutta la produzione nello stabilimento di Lainate, nel milanese, restano quindi congelati.
Così come rimane sul piatto, qualora non venisse scongiurata la chiusura dopo l’eventuale ottenimento della proroga, la restituzione dei 7,6 milioni di euro che viale Aldo Moro ha erogato per la ricostruzione post-sisma dello stabilimento. In casi del genere esiste, infatti, un vincolo, una conditio sine qua non legata all’ottenimento dei fondi erogati: la produzione deve proseguire per almeno due anni dal pagamento dell’ultimo acconto altrimenti sarà avviato il piano di revoca e recupero degli aiuti. E la J Colors ha ricevuto l’ultima tranche ad aprile 2019. Ciò significa che fino ad aprile 2021 non è possibile decretare alcuna chiusura del sito produttivo.
La richiesta di proroga rispetto alla chiusura della procedura di mobilità prevista per il prossimo 16 aprile è motivata anche dalla necessità di individuare lo strumento di ammortizzatore sociale più adatto alla situazione e consentire alla proprietà di mettere a punto il piano di rilancio competitivo che si è impegnata a predisporre e a discutere prima della sua esecuzione con le parti sedute al tavolo di salvaguardia.
«Il mese di proroga della procedura — conferma l’assessore Colla— è la condizione necessaria per continuare a lavorare insieme a ministero, azienda e organizzazioni sindacali perché lo stabilimento resti produttivo con i lavoratori impiegati nel nostro territorio. Ci sono le condizioni per il rilancio dell’azienda e il nostro impegno sarà massimo, per raggiungere l’obiettivo a tutela dei posti di lavoro». «Serve un reale impegno da parte della proprietà — aggiungono Cesare Pignatti della Filctem-Cgil e Fulvio Bonvicini della Uiltec-Uil — nel mettere sul tavolo tutte le iniziative per risolvere una vicenda che ormai da tempo tiene in apprensione non solo i 32 lavoratori e le loro famiglie, ma l’intero territorio della bassa modenese». In attesa di una risposta da parte del ministero del Lavoro, si è già stabilito che il tavolo verrà aggiornato entro il 15 di aprile.