Vi ricordate Brian Qvale? Fermato dal virus in Giappone
Fermato dal coronavirus, anche se è andato a giocare dall’altra parte del mondo. Brian Qvale stava facendo i numeri in Giappone, prima che la paura dell’epidemia fermasse tutto, anche più che in Italia. «Qui è tutto fermo da due settimane, non sappiamo cosa accadrà, siamo bloccati e preoccupati» ha detto l’ex centro della Virtus al giornale locale di Williston, la sperduta cittadina del North Dakota da cui proviene. Con lui moglie e due figli piccoli, mentre il governo nipponico ha varato un piano d’emergenza drastico, scuole chiuse e blocco totale delle attività sportive, uno sforzo enorme nella speranza di salvare le Olimpiadi di Tokyo a luglio. Il basket è fermo da due settimane anche a Matsue, capoluogo dello Shimane, una prefettura poco popolata e molto distante da Tokyo e dalle altre grandi città, anche se ha zero casi diagnosticati. È lì che Qvale, prima dello stop, stava vendemmiando, sfiorando i 20 punti e superando i 10 rimbalzi di media. Numeri
d’altri tempi, con un record a gennaio contro Kyoto di 37 punti (18/22 in azione, e nemmeno un libero…) più 14 rimbalzi e 5 assist. Accreditato pure di 3 assist, 1,1 stoppate e del 59% al tiro, quel che più sorprende è che si è messo pure a tirare da tre, e con una certa precisione: nella stagione ha 7/17, pari a un buon 41%, dopo che in un anno intero alla Virtus non ha fatto nemmeno un tentativo in 28 partite tra Serie A e Champions. Numeri roboanti raccolti in un torneo di basso livello come quello giapponese, dove però soldi ne girano: tra i centri spicca ad esempio Jack Cooley, altro carroarmato bianco, la scorsa stagione perno di Sassari. Anche capitano (ma a febbraio i gradi passarono ad Aradori), della stagione bianconera di Qvale, martoriata dagli infortuni, restano solo alcuni lampi isolati, per lo più in Champions. Contro Patrasso, 16 punti in entrambe le partite.