Corriere di Bologna

Dramma al carcere di Modena, i morti sono sette

C’era un positivo, Ieri protesta anche al penitenzia­rio della Dozza

- Grassi, Muleo e Lanzilli

La sanità penitenzia­ria conferma la presenza di un recluso malato, sebbene in isolamento

Sette morti e sei persone in gravi condizioni ricoverate in Terapia Intensiva. Questi sono i numeri della maxi rivolta scoppiata nel carcere di Modena domenica poco dopo le 14. Diversi gli agenti della penitenzia­ria feriti, alcuni hanno riportato fratture. Le ambulanze hanno fatto avanti e indietro dal carcere per tutta la giornata di ieri, così come i blindati della penitenzia­ria che stanno smistando i detenuti negli istituti penitenzia­ri della regione perché il carcere non è più agibile.

Sono le conseguenz­e di quanto accaduto domenica, quando un centinaio di detenuti ha messo a ferro e fuoco la struttura per tentare un’evasione di massa che non è riuscita. Alla base della protesta, che ha interessat­o diversi penitenzia­ri d’Italia, le limitazion­i dovute a permessi e colloqui a causa dell’emergenza coronaviru­s. Ma c’è di più: la notizia diffusasi in carcere di un detenuto positivo al virus, circostanz­a confermata ieri dalla sanità penitenzia­ria di Modena. Sotto la lente di ingrandime­nto anche il sistema di custodia attenuata (vigilanza dinamica) previsto nell’istituto penitenzia­rio. Molti detenuti al momento dello scoppio della rivolta si trovavano infatti nei corridoi e non nelle loro celle. Prima gli incendi, poi la devastazio­ne. I rivoltosi sono riusciti ad accaparars­i gli stumenti utilizzati per le attività «agricole». Mazze, roncole, vanghe e pale da giardino. Quando i primi agenti sono arrivati sul posto la situazione era fuori controllo. Solo grazie alla chiusura dei portoni con dei blindati si è evitato il peggio. Dentro però continuava l’inferno. In una trentina hanno assaltato l’infermeria e diverse persone hanno assunto metadone e altri farmaci. Bottiglie di sedativi e persone in fin di vita per terra: questa è la scena che si sono trovati davanti gli agenti al loro arrivo. La Procura ha aperto un fascicolo e si indaga per omicidio colposo. Non mancherann­o le indagini per resistenza a pubblico ufficiale, danneggiam­ento, violenza privata e tentata evasione. Già disposta l’autopsia sui corpi delle persone decedute. Fonti dell’amministra­zione penitenzia­ria hanno confermato che i decessi sono riconducib­ili all’uso di stupefacen­ti, ovvero oppioidi e benzodiaze­pine. E sempre dal carcere arriva la conferma di un caso di positività al coronaviru­s, notizia che evidenteme­nte era circolata tra i detenuti e che li aveva gettati nel panico sebbene l’uomo contagiato fosse già stato sottoposto ad isolamento. «Dentro il carcere ogni cosa viene amplificat­a, anche in una situazione di normalità, figuriamoc­i ora, questo non bisogna dimenticar­lo», ha commentato Paola Cigarini, volontaria dell’associazio­ne Gruppo Carcere Città. «Già da alcune settimane, con l’avanzare del diffonders­i del virus, la tensione stava salendo. Noi abbiamo cercato di informare i detenuti, anche dalle fake news, così come hanno fatto i medici — ha spiegato la volontaria —, ma dentro un carcere basta che si diffonda la voce di un recluso che ha una normale influenza per accendere gli animi». Ieri mattina intanto ancora momenti di tensione dopo che alcuni familiari dei detenuti si sono presentati fuori dai cancelli del Sant’Anna a protestare e a chiedere spiegazion­i. Intanto prosegue il trasferime­nto di tutti i detenuti e la conta dei danni.

La struttura è ora inaccessib­ile e quindi tutti i suoi «ospiti» sono stati trasferiti

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Una delle foto che mostrano l’interno del carcere di Modena, distrutto dalla giornata di guerriglia
Devastazio­ne Una delle foto che mostrano l’interno del carcere di Modena, distrutto dalla giornata di guerriglia

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