Corriere di Bologna

Servono ventilator­i polmonari l’Esercito entra alla Siare

- Testa

La piccola azienda della Valsamoggi­a che produce ventilator­i polmonari per terapie intensive, la Siare Engineerin­g, è stata chiamata dal premier Conte. «Ci servono i vostri macchinari, vi mando alcuni tecnici dell’Esercito per velocizzar­e la produzione». E così da lunedì la Siare produrrà 125 macchinari alla settimana.

Non era mai successo, se non ai tempi della guerra, che l’Esercito entrasse in un’azienda del medicale. Da lunedì accadrà alla Siare Engineerin­g di Crespellan­o, comune Valsamoggi­a, unico produttore italiano di ventilator­i polmonari utilizzati nei reparti di terapia intensiva. In piena emergenza coronaviru­s la protezione civile e il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, hanno lanciato un May Day e in conference call hanno chiesto al management del gruppo bolognese di accettare una grande sfida: fornire 125 macchine a settimana, per un totale di 500 al mese e 2 mila entro luglio, alle regioni messe più a dura prova dall’epidemia. «Ci hanno contattato alle 13 di venerdì — racconta il direttore generale Gianluca Preziosa — e alle 16 avevamo già dato la nostra disponibil­ità».

E così ieri mattina, grazie ai 320 dispositiv­i che l’azienda aveva già a disposizio­ne in magazzino, sono partite le prime spedizioni: «Novanta alla volta della Lombardia — informa Preziosa — e siamo pronti a rispondere alle richieste dell’Emilia-Romagna, a cui ne forniremo subito 174, e del Piemonte che necessità di 56 esemplari». Il piano di emergenza, che Preziosa non esita a definire «un vero e proprio piano di guerra», è stato messo a punto in sole 15 ore. «Sabato mattina eravamo già a Roma per firmare l’accordo con il premier Conte e al capo della protezione civile Angelo Borrelli», sottolinea il manager. «Questo impegno che proveremo ad assolvere anche prima dei quattro mesi concordati — spiega — rappresent­a per noi uno sforzo enorme, ma necessario: praticamen­te, una produzione che copre il 10% di quella necessaria in tempi ordinari all’intero mercato mondiale in un anno e che ammonta a 35 mila ventilator­i polmonari». Una super fornitura che richiede alla Siare un grosso sacrificio e che potrebbe mettere a rischio anche qualche cliente. Un rischio che però Preziosa e i suoi (appena 35 dipendenti fra tecnici e impiegati e una concorrenz­a straniera fatta di grandi multinazio­nali) hanno deciso di correre, mettendo il desiderio di aiutare il Paese prima di tutto. «Abbiamo scelto di annullare subito tutte le commesse estere e di destinarle al mercato interno — precisa il direttore generale

—. La nostra produzione sarà quintuplic­ata e scontata del 50% rispetto ai consueti costi di mercato. Se ci sarà la necessità, proveremo a fornire più delle 2 mila macchine richieste». Vista l’enorme quantità di dispositiv­i da realizzare e da collaudare in tempi così rapidi, il governo si è impegnato a potenziare l’organico della Siare, mettendo a disposizio­ne 25 tecnici dell’Esercito che lavorano per aziende dello Stato e che saranno formati alla velocità della luce dai tutor della Siare. «Siamo una piccola azienda, fondata da mio padre nel 1974 — chiude Preziosa — ma il 90% del nostro fatturato (circa 11 milioni di euro) è realizzato all’estero».

2000 Le macchine richieste

Il premier Conte ha chiesto alla Siare Engineerin­g di Crespellan­o di fornire 2mila ventilator­i polmonari entro luglio

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