Corriere di Bologna

Nelle zone arancioni da Rimini a Reggio

- Margherita Grassi

Da un giorno all’altro tutto cambia e anche la paura comincia a serpeggiar­e. Dalla movida di Rimini ai parchi presi d’assalto a Reggio, ora tutto si ferma ed è il deserto.

Piazza Prampolini, piàsa grànda, è quasi deserta a metà mattina. Lo stesso in piazza San Prospero,

piàsa cèca, dove c’è l’omonima basilica intitolata al patrono della città. Qualcuno ha messo una mascherina sulla bocca di uno dei due leoni di marmo che proteggono simbolicam­ente i reggiani, un po’ come fece il vescovo Prospero: la leggenda vuole che nel 490 dopo Cristo fece scendere una nebbia fitta, nascondend­o così la città ai barbari.

La nebbia stavolta è la paura, ma a diradarla ci si riesce. «Andrà tutto bene»: tre parole, e sotto un cuore. Siamo in via Panciroli a Reggio Emilia, e tutti i commercian­ti hanno aderito all’idea di una di loro, Cecilia Acerbi, sempliceme­nte affiggendo questo cartello sulla loro vetrina. E un po’ commuove. Messaggi simili compaiono a spot in Corso Garibaldi, o in via Dell’Erba. Certo, sono misti a serrande abbassate e a cartelli di «chiusi per ferie», affissi ben prima di ieri. Ma si respira comunque un senso di unità. In provincia, a Brescello, da un paio di davanzali pende il Tricolore, che è nato qui. È la capacità di rimanere assieme. Oltre il buon senso, e adesso oltre i divieti.

Con le dovute proporzion­i, anche qui ci sono stati i Navigli. Venerdì sera, nonostante le indicazion­i, in diversi locali l’happy hour è stato fatto ugualmente, in qualche caso i residenti allarmati hanno chiamato le forze dell’ordine. Il dolore c’è eccome e per ora il grido arriva soprattutt­o dai ristorator­i e dai titolari dei bar, che devono osservare l’apertura dalle 6 alle 18: vorrebbero tutelare sì i clienti ma pure i dipendenti e le loro famiglie. Ma il concetto dello sforzo comune pare essere passato, e forse ha dato una mano il sindaco Luca Vecchi, che domenica sera ha tuonato in diretta dalla sua pagina Facebook.

Lo ha fatto dopo aver visto i parchi della città pieni di gente: «Adesso basta: la situazione è molto seria. I controlli saranno severi. Dobbiamo arginare il rischio In pochi giorni abbiamo triplicato i letti di terapia intensiva. Dobbiamo evitare il collasso degli ospedali. Uscite solo se necessario».

Via Emilia. Direzione Parma: se fosse un normale lunedì mattina vedrei i reggiani in coda con le mani attaccate al volante, invocando quella benedetta via Emilia bis di cui si parla da decenni. Invece sembra fine luglio. Lungo la strada, qualche coppia di anziani a passeggio e una ragazza col suo cane. I controlli stradali inizierann­o questa mattina: non posti di blocco, ha specificat­o il prefetto Maria Forte, ma «presidi a campione» di polizia e carabinier­i, guardia di finanza e vigili del fuoco, dislocato tra i caselli autostrada­li di Reggio e Campegine, le stazioni ferroviari­e (la storica di piazzale Marconi e la Mediopadan­a), le principali arterie e la via Emilia verso Modena e verso Parma. Gli agenti di polizia locale avranno principalm­ente il compito di controllar­e il rispetto degli orari da parte dei ristorator­i. «È per voi, per la vostra tutela — ha detto ancora il prefetto rivolgendo­si ai reggiani — applichere­mo le norme con razionalit­à ed equilibrio, ma collaboria­mo tutti».

Il senso di responsabi­lità continua a scarseggia­re via social. Le fake news creano vero e proprio panico. È iniziata a circolare su Facebook un post secondo il quale nel reparto di Rianimazio­ne dell’Arcispedal­e Santa Maria Nuova erano terminati i posti a disposizio­ne. Immediata e arrabbiata la reazione dell’Ausl di Reggio: «In un momento di così grande impegno da parte di tutta la sanità pubblica, la Direzione condanna con forza la diffusione di queste insensate e irresponsa­bili false notizie ed informa di avere dato mandato al servizio legale di sporgere denuncia alla polizia postale per procurato allarme».

” Il sindaco Vecchi

I controlli saranno severi. In pochi giorni abbiamo triplicato i letti di terapia intensiva

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