Le direttive per i giocatori in quarantena
«Restate a casa e evitate i contatti sociali». Così il club prepara i calciatori alla lunga pausa. Esercizi per mantenere la forma C’è pure il cibo a domicilio
Stop fino al 19 marzo per il Bologna, in attesa di capire se il 3 aprile i campionati potranno ripartire o meno: prima del rompete le righe forzato, però, il club rossoblù ha avuto colloqui telefonici con i propri giocatori e successivamente ha fatto arrivare a tutti una sorta di vademecum con le regole da seguire.
Suggerimenti che coinvolgono principalmente due ambiti: quello della prevenzione del contagio da coronavirus e, in seconda battuta, quello della forma fisica in vista della possibile ripresa. Oltre ai consigli di base che in questi giorni vengono ricordati dalle istituzioni e dai media, il Bologna ha raccomandato — per non dire intimato — ai giocatori di rimanere in città: «Viene raccomandato di restare presso il proprio domicilio in stretto contatto con lo staff sanitario, evitando rientri presso le residenze e contatti sociali non strettamente necessari», si legge nel comunicato diramato ieri dal club.
L’unica deroga è per Sinisa Mihajlovic che — anche in virtù delle sue particolari condizioni
A Casteldebole
C’è il responsabile, Roberto Tassi, che cura la manutenzione dei vari campi da calcio 35
Giorni senza match
Il Bologna ha giocato l’ultima partita ufficiale sul campo della Lazio. Almeno n teoria dovrebbe ripartire il 4 aprile
dopo il trapianto — nelle scorse ore è tornato a Roma, per stare a casa in famiglia fino alla ripresa degli allenamenti.
I giocatori rossoblù sono qui, alcuni in famiglia e altri da soli: per questi ultimi — in particolare per i più giovani che arrivano dall’estero — non è stato lasciato nulla al caso, con consigli personali del club che hanno riguardato anche il food delivery dato che molti di loro erano abituati a cenare in diversi ristoranti cittadini che ora sono chiusi. Quanto alla forma fisica, lo staff tecnico ha consegnato ai giocatori un programma con alcuni esercizi, pur comprendendo le difficoltà di chi ovviamente non può usare palestre o altro: stretching o al massimo qualche corsetta, per chi può, giusto per non farsi trovare completamente fermi tra una settimana o quando si ripartirà.
Intanto, il centro tecnico di Casteldebole è sostanzialmente deserto: buona parte dei dipendenti rossoblù — in particolare quelli che non sono a stretto contatto con l’attività della prima squadra — già dalla scorsa settimana effettuano lo smart working e lavorano da casa, ora sono stati emulati anche da tutti gli altri membri dello staff, dirigenti compresi.
Al «Niccolò Galli« è rimasto operativo sul posto il responsabile del centro, Roberto Tassi, che sta guidando la manutenzione ordinaria come ad esempio la cura dei vari campi da calcio, ora che ogni attività agonistica è sospesa.
Resta in parziale standby la questione dei Nazionali, che il 23 marzo dovrebbero raggiungere le varie rappresentative: i club stanno ancora spingendo con la Figc per evitare convocazioni degli atleti che militano in serie A e probabilmente ieri per altri tre rossoblù (Dominguez con l’Argentina, Medel con il Cile e Santander con il Paraguay) il problema è stato evitato, dato che la Conmebol ha richiesto di sospendere le prime due giornate di qualificazione a Qatar 2022 in programma a fine mese, in attesa dell’ok definitivo da parte della Fifa che pare scontato.