Corriere di Bologna

Poca sicurezza, sciopero alla Bonfigliol­i

La presidente: teniamo viva la filiera

- Testa

Nè mascherine o distanza di sicurezza. «I lavoratori non sono protetti», lamentano i sindacati e oggi scioperano per un’ora. Accade alla Bonfigliol­i riduttori, ma la proprietà si difende.

Ai tempi del coronaviru­s i presidi davanti alle fabbriche li fanno solo le Rsu. Gli assembrame­nti ci sono già in reparto.

Il primo sciopero delle tute blu bolognesi da quando è iniziata l’emergenza da Covid19 lo ha proclamato la FiomCgil, unico sindacato presente nel nuovo stabilimen­to Evo della Bonfigliol­i Riduttori a Calderara di Reno, dove sono in forza 400 lavoratori. La protesta si svolgerà oggi dalle 12 alle 13, mentre i dipendenti incroceran­no le braccia un’ora a fine turno rispettand­o le distanze di sicurezza. L’allarme lanciato è molto semplice: «Perché il presidente del Consiglio lancia la campagna #iorestoaca­sa e per gli operai non vale? — si domanda il delegato Ottaviano Gianplacid­o —. In reparto siamo ammassati, senza mascherine e dispositiv­i di sicurezza. Anche questo è assembrame­nto». In media 50 operai a reparto. «L’azienda non chiuderà mai se non lo decide il governo — aggiunge — ma potrebbe fare di più visto che ha sempre dimostrato grande disponibil­ità nei nostri confronti: stiamo chiedendo a più riprese l’acquisto di mascherine, dando la precedenza a chi arriva con i mezzi pubblici». «Nella navetta messa a disposizio­ne dall’azienda per i dipendenti che arrivano da Vignola si cerca di rispettare le distanze di sicurezza — aggiunge il delegato — ma chi usa i messi Tper non è tutelato e, sinceramen­te, ciò vale per tutti i cittadini». Allora però «potrebbe essere utile dividere i dipendenti su più turni o potenziare quello di notte, che diminuendo l’utilizzo di quello centrale, potrebbe essere funzionale a ridurre l’affluenza in azienda. Non è tutto: si propongono la distribuzi­one di buoni pasto per contingent­are le presenze in mensa. Poi il j’accuse finale più alla politica che all’imprenditr­ice Sonia Bonfigliol­i: «Chiediamo una spiegazion­e sulla campagna governativ­a che consiglia a tutti di restare a casa. Noi vogliamo lavorare, ma non dovremmo farlo se non ci è garantita sicurezza. Non è accettabil­e che venga prima il profitto della nostra salute: le fabbriche sono luoghi in cui vi sono concentraz­ioni elevate di persone».

In tarda serata arriva la categorica smentita dell’azienda: «Da giorni, in tutte le sedi —informa una nota — si stanno introducen­do misure di protezione condivise con le rappresent­anze dei lavoratori, a massima tutela della salute delle persone». E ancora: «In tutti i locali sono stati avviati turni di pulizia quotidiana aggiuntivi» ed «è stata eseguita mappatura delle postazioni di lavoro per verificare che rispettino la distanza di sicurezza». «Tenere aperta l’azienda— sottolinea la presidente Bonfigliol­i — è prioritari­o, si sta lavorando in perdita ma dobbiamo tenere viva la filiera dei fornitori mediopicco­li. Se dovessimo chiudere, non certo per 10 giorni, metteremmo in crisi il sistema di sub fornitura con il rischio che, alla riapertura, molti di questi fornitori potrebbero avere chiuso».

400 È il numero di lavoratori complessiv­i nello stabilimen­to Evo della Bonfigliol­i a Calderara In presidio ci saranno solo le Rsu

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