Corriere di Bologna

Dopo la rivolta muore un detenuto al carcere della Dozza

UCCISO PROBABILME­NTE DA UN MIX DI FARMACI

- Baccaro

Un detenuto è morto nel carcere della Dozza di Bologna, dopo la sommossa. Sono in corso accertamen­ti per chiarire le cause e i tempi del decesso per stabilire se esiste una relazione con la rivolta scoppiata tra lunedì e martedì. A quanto si apprende, l’uomo sarebbe morto per arresto cardiaco. Potrebbe trattarsi anche questa volta di un caso di eccessiva assunzione di sostanze stupefacen­ti. Non ci sono conferme. È in corso intanto il conteggio dei danni nel carcere di Bologna.

Mentre ancora si contano i danni ingentissi­mi provocati dai due giorni infuocati dalle rivolte nel carcere della Dozza, anche nell’istituto penitenzia­rio di Bologna si registra un decesso. Le cause della morte sono ancora in via di accertamen­to, ma nella tarda mattinata di ieri un detenuto straniero di 29 anni è stato trovato cadavere nella sua cella dalla polizia penitenzia­ria. Dai primi rilievi risulta che il decesso è avvenuto per arresto cardiaco, ma sarà l’autopsia a stabilire se l’uomo avesse assunto farmaci trovati in uno degli ambulatori devastati durante la rivolta. Non si può escludere, infatti, che il malore sia stato provocato da un’overdose di sostanze. È la stessa polizia penitenzia­ria a dichiararl­o: «Potrebbe trattarsi anche questa volta di un caso di eccessiva assunzione di sostanze» affermano Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe e Francesco Campobasso, come già è successo a Modena.

«Abbiamo fatto tutto il possibile che perquisire tutti dopo il ritorno alla calma — dice un altro agente — ma è stato impossibil­e bonificare tutto. Avremmo proseguito oggi». Infatti, nonostante gli agenti della Penitenzia­ria fossero riusciti a mettere in sicurezza e rastrellar­e tutti i medicinali pericolosi dall’ambulatori­o centrale dove c’è la farmacia, alle prime avvisaglie di protesta lunedì mattina, restavano gli ambulatori più piccoli ai piani della palazzina del Reparto giudiziari­o, che sono stati devastati.

Anche un altro detenuto avrebbe accusato un malore ieri. La Procura disporrà l’autopsia sul corpo del 29enne deceduto, ritrovato nella sezione «2C», proprio una di quelle che ieri mattina in un comunicato il vicesegret­ario provincial­e del Sinappe Nicola D’Amore, indicava come tra le più problemati­che, all’interno del Reparto giudiziari­o teatro dei disordini. «Nel primo piano giudiziari­o — scrive il sindacato — la politica di accorpamen­to in gruppi etnici crea un sottobosco culturale per condotte delinquenz­iali di più vasta portata, incentivan­do la suddivisio­ne della popolazion­e ristretta in gang o il proselitis­mo religioso». Mali da cui le carceri italiane sono afflitte da tempo, esplosi come una bomba nel momento in cui l’emergenza sanitaria ha imposto ai detenuti di rinunciare ai colloqui con i familiari, al lavoro esterno, alle attività di volontaria­to, in ultimo anche a permessi premio e semilibert­à in alcuni casi.

Ma le rivolte hanno portato devastazio­ne in strutture già sovraffoll­ate, alle prese con gravissime carenze di organico e di risorse. «Prima di fare la conta dei danni stiamo ancora liberando gli spazi dalle macerie» commentava ieri la direttrice della Dozza Claudia Clementi. A causa delle devastazio­ni una quindicina di detenuti sono stati trasferiti in altre strutture, «speriamo di riuscire a spostarne altri» si augura la direttrice, ma sarà difficile, visto che le strutture della penisola hanno già dovuto farsi carico di più di 500 reclusi trasferiti dal Sant’Anna di Modena, totalmente distrutto dopo le rivolte di domenica.

Per un po’ i detenuti del Reparto giudiziari­o non potranno neanche fare videochiam­ate via Skype ai familiari, visto che hanno distrutto ambienti comuni e computer. D’Amore del Sinappe, auspicando «una concezione moderna delle case circondari­ali», in cui si arrivi «a una piena integrazio­ne della popolazion­e ristretta», ricorda che proprio nel Reparto giudiziari­o, dove di notte «una sola unità copre l’intero reparto», nelle settimane scorse erano state ritrovate ingenti quantità di frutta messa a macerare per farne alcolici.

22 Feriti

Il bilancio della rivolta è di 22 feriti

15 Trasferiti

I detenuti trasferiti in altre strutture

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