Da Cavazza a Frascaroli i big tornano per aiutare
Ci sono anche due nomi prestigiosi come quelli di Mario Cavazza e Guido Frascaroli, tra i medici andati da poco in pensione che torneranno in servizio per affrontare l’emergenza del coronavirus sul campo: Cavazza è stato per anni direttore del Pronto soccorso e della Medicina d’urgenza del Sant’Orsola; Frascaroli ha invece guidato Rianimazione e Anestesiologia del Policlinico.
Sono solo alcuni dei professionisti che in queste ore stanno rispondendo presente ai decreti ministeriali che per potenziare gli organici sotto pressione hanno aperto a questi rientri al lavoro. Alcune di queste storie sono anche diventate virali sui social, come quella di Antonio D’Apote, 68enne bolognese che per quarant’anni ha lavorato negli ospedali della regione come medico di medicina generale, chiudendo la sua carriera nel
2016 a Bagnolo in
Piano (Reggio Emilia), dove vive. «Lunedì sono tornato in attività, per tre anni ho fatto il nonno
— racconta D’Apote —.
Sono operativo all’ospedale di Guastalla, che è stato dedicato al trattamento dei casi di Covid-19. Di fatto è un’opera volontaria, nei primi giorni ho svolto 11 ore, dalle 8 di mattina alle 19». D’Apote aveva dato la sua disponibilità già da fine gennaio. «Quando avevo letto del primo caso in Germania e avendo amici in Cina avevo scritto al ministero — spiega il 68enne —. Avevo capito che ci sarebbe stato bisogno di molti professionisti. Da Roma mi hanno detto di mettermi in contatto con la mia azienda sanitaria e quando si è aperta la possibilità mi hanno subito allertato. Io non ho avuto tentennamenti, certo prendo delle precauzioni con la mia famiglia quando torno a casa. Per esempio non dormo più in camera con mia moglie». Nei prossimi giorni la Regione fornirà una prima stima di medici e infermieri «extra» arruolati.