Oddone, gli amici e il ragù Medicina piange il terzo morto
Si aggrava il tragico bilancio del coronavirus a Medicina, la cittadina nel Bolognese a oggi più colpita dal Covid-19 e che da ieri piange anche Oddone Tolomelli, 82 anni, la terza vittima dopo le morti di martedì di Francesco Nanni, 77enne, e Luigi Balduini, 87enne: tutti e tre anziani che frequentavano abitualmente e facevano i volontari nel centro sociale Medicivitas, l’epicentro del contagio nel circondario imolese.
Stando all’ultimo quadro fornito ieri pomeriggio sono 42 in totale le diagnosi di positività trattate dall’Ausl di Imola (5 in più del giorno precedente) e in cura anche in strutture di Bologna: 36 riguardano residenti a Medicina, 2 a Castel San Pietro e 4 a Imola e tutte ruotano in qualche modo attorno al circolo per pensionati. Tra frequentatori, parenti e contatti sono più di un centinaio le persone in quarantena legate a questa vicenda, vera tessera del domino che ha innescato un contagio sul quale anche il commissario all’emergenza, Sergio Venturi, ha dichiarato di «prestare massima attenzione». «Quello che ci teniamo a sottolineare è che a Medicina non ci sono stati né faciloneria né sottovalutazioni — spiega il sindaco Matteo Montanari —. Quando abbiamo scoperto i contagi i centri sociali sono subito stati chiusi e sono stati gli stessi gestori a farlo in autonomia. Purtroppo non sappiamo ancora quale possa essere stata la linea di contagio. Da primo cittadino adesso preferirei che si ascoltasse la Lombardia per applicare misure ancora più rigide. Chiudiamo quasi tutto, meglio due settimane di stop totale che trascinarsi questa situazione a lungo».
Intanto nella cittadina, che conta circa 16.000 abitanti, dovrebbe entrare in azione una squadra speciale di medici e infermieri: team formati da due operatori che dopo un primo contatto telefonico con chi evidenzia i sintomi del virus faranno visite domiciliari con i tamponi per accertare la positività al Covid-19.
Tolomelli, così come i suoi due amici del centro anziani (Nanni ne era pure vicepresidente), prestava servizio al Medicitivas ed era un esperto in cucina: i familiari e chi lo conosceva raccontano che andasse fiero del suo ragù. I suoi affetti più cari adesso sono in isolamento, una circostanza che amplifica il dolore delle famiglie colpite da questi lutti e divise dalla necessità di rimanere in quarantena. «Credo che sarebbe necessario tenere aperti solo le attività che vendono beni di prima necessità — aggiunge Montanari —. Penso ai negozi alimentari e alle farmacie. Andare a macchia di leopardo abbiamo visto che non serve. Così come è stato fatto con i centri anziani, chiusi dopo i primi giorni, adesso dovremmo continuare a inasprire le misure per uscire prima dall’emergenza. È un sacrificio, lo so, ma tanto i negozi sono vuoti in ogni caso»
” Il sindaco Montanari Da pare nostra nessuna faciloneria, ma ora servirebbe chiudere tutto per 15 giorni
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Sono le diagnosi totali di positività legate al centro anziani di Medicina nell’Imolese 36
Sono i residenti di Medicina risultati positivi al tampone del coronavirus in questi giorni