LA SCUOLA
Sarà anche a distanza, ma in questo momento la didattica dal pc di casa non solo sta iniziando a ingranare in molti istituti, ma è anche diventata l’unico «ponte» che bambini e ragazzi riescono ad avere con il mondo esterno e con il loro mondo prima che venisse travolto dall’emergenza coronavirus. Ci sono le lezioni che, ogni scuola come può, sta provando a mandare avanti e poi c’è la parte emotiva che, soprattutto i maestri delle elementari, stanno provando a «curare».
Alle Ercolani, primaria dell’Ic6, una maestra di quarta ha provato l’altro giorno la sua prima lezione su Skype. È andata bene e la docente ha finalmente «visto» i suoi alunni. Che hanno la possibilità, spiega la preside Alessandra Canepa, di scrivere agli insegnanti, mandando saluti e rispondendo alle loro sollecitazioni. «Ieri sera — spiega una maestra delle Ercolani — ho chiesto loro di scrivere una cosa bella e una brutta di stare a casa da scuola, dopo aver dato io, per prima, la mia risposta». Uno scambio di messaggi sulle emozioni che, per uno strano giro del destino, è finito addirittura su un giornale argentino, El Clarin, come esperienza esemplare della scuola italiana in questa emergenza del coronavirus.
Dalle lezioni di matematica e scienze a quelle di letteratura, grammatica, storia e geografia, senza tralasciare discipline come arte, musica e tecnologia, all’Ic9, che comprende le primarie Raffaello
Sanzio e San Domenico Savio e le medie Guercino, è partito con l’e-learning tempestivamente, perché le basi per farlo erano già state poste negli anni scorsi. «A partire dal 2 marzo — spiega la dirigente scolastica dell’Ic 9, Giovanna Cantile — sono state messe in campo dai docenti della scuola le competenze di didattica con le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict) acquisite già da tempo e con la partecipazione a molti progetti Pon e del Miur».
Ma non è tutto rose e fiori e, comunque, non tutte le scuole stanno procedendo senza difficoltà, soprattutto con i più piccoli. Alle elementari Fortuzzi, istituto dell’Ic 20, il maestro Gianluca Gabrielli racconta che « i mezzi tecnologici per l’età dei bambini da scuola primaria sono estremamente difficili da gestire». I docenti quindi assegnano tramite i rappresentanti una serie di attività leggere che impegnino anche psicologicamente i bimbi in questa fase. «E noi come classe — racconta Gabrielli — teniamo un giornalino interno impaginato da noi con i pezzi dei bambini