Autoriciclaggio e denari all’estero Imprenditore di Imola in manette
Sequestrati beni per 3,5 milioni
Non era bastato neanche il rinvio a giudizio per reati fiscali a far desistere Cristian Marocchi, imprenditore 40enne di Imola ed ex pilota di motociclismo, dall’usare una serie di società cartiere intestate a prestanome, per riciclare il denaro frutto dei reati tributari per i quali era già finito nel guai. Ieri il nucleo di polizia economico-finanziaria di Bologna gli ha notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere con l’accusa di autoriciclaggio in concorso con altre cinque persone indagate a piede libero. Sotto chiave sono finiti beni per un valore complessivo di 3,5 milioni di euro. Per la pm Rossella Poggioli, con diverse operazioni e sfruttando una rete di società cartiere avrebbe trasferito i guadagni all’estero, Ucraina e Slovenia, per ostacolarne l’identificazione, giustificando i movimenti del denaro con giri di fatture per attività di marketing sportivo e sponsorizzazione di eventi nel mondo del motociclismo in realtà inesistenti. «Nonostante sia stato sottoposto a procedimento penale in merito a delitti fiscali — scrive il gip Domenico Truppa nell’ordinanza — che costituiscono reati presupposto dall’autoriciclaggio, ha continuato in modo imperterrito a compiere le medesime azioni finalizzate al trasferimento di denaro di provenienza delittuosa per ulteriori scopi illeciti». Non avrebbe perso il vizio, per l’accusa, nonostante il procedimento pendente per frode fiscale, a causa del quale già nel 2017 gli erano stati sequestrati beni per 2,3 milioni di euro. Questa volta però sono scattate anche le manette ai polsi.