Corriere di Bologna

La Lega fa il conto dei danni causa virus e spera nel governo

La conference call delle società Domani l’assemblea

- F. P. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Tutti i giorni in conference call. Il mondo del calcio cerca di sopravvive­re dialogando al telefono. Ieri l’ennesima riunione a distanza dei presidenti e dirigenti delle società di serie A, con l’ad rossoblù Fenucci in prima linea, per affrontare il tema economico dei danni economici derivanti dall’emergenza coronaviru­s. «Il calcio, prima di un’isola felice con attori milionari, è la 4° industria del Paese», ripetono i club. Nel decreto dei 25 miliardi all’economia anche a detta del premier Giuseppe Conte «non abbiamo parlato di calcio, ma valuteremo cosa dovremo fare». Più polemico il ministro Vincenzo Spadafora, «la Serie A ha voluto aspettare il Governo per non perdere soldi». Questione aperta ancora da affrontare. Della valutazion­e del danno (aleatoria: un conto è se il campionato finisce qui, altro se si riesce a concludere magari in estate) se ne occuperà la Lega, cercando di sensibiliz­zare con il suo dossier il governo e il ministro. Così la discussion­e ieri si è spostata su un altro fronte caldo, quello delle leghe europee che oggi, in conference call, dovrebbero decidere una strategia comune (sospendere i campionati o aspettare ancora?) anche rispetto alle strategie della Uefa per le coppe e ancor di più per gli Europei: competizio­ni che muovono tanti soldi. Ecco il perché della resistenza a non prendere iniziative immediate. Senza Europei, e giugno libero, si potrebbero concludere campionati e coppe, ma serve un accordo. E soprattutt­o che si possa rigiocare. A porte chiuse. Anche ricomincia­ndo ai primi di maggio il tempo ci sarebbe. E i danni non così pesanti. Di questo si parlerà nell’assemblea di Lega di domani a Roma. In conference call, ovvio. Ma chissà nel frattempo cosa sarà successo, da noi, in Europa, nel mondo.

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