Corriere di Bologna

Il Pilastro e la cupola Dom: gli «Anni incauti» di Laminarie

Dieci anni di attività culturale e sociale nel quartiere tra teatro, concerti, spettacoli, residenze artistiche e progetti partecipat­ivi con gli abitanti

- Massimo Marino © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Anni incauti» era il titolo dell’ultima rassegna di Laminarie ed è anche quello di un libro che doveva essere presentato in questi giorni. A cura di Bruna Gambarelli, con Febo Del Zozzo anima della compagnia bolognese, ricorda i dieci anni di attività al Pilastro in modo originale. I centri sono due: L’invenzione di Dom la cupola del Pilastro (come recita il sottotitol­o), lo spazio dove in questo decennio Laminarie ha operato; la rivista «Ampio raggio», editata in 8 numeri, più un numero 0 del 2009. Pubblicato da Cue Press, il volume (176 pp., euro 25,99) si può trovare come e-book, ma anche in librerie e bibliotech­e cittadine.

Ci spiega Gambarelli: «Abbiamo pensato di raccoglier­e i pensieri che hanno attraversa­to questi anni di impegno sui fronti del teatro contempora­neo, del territorio, dell’attività teatrale per i bambini, del cinema, della ricerca sulle memorie della zona». Questi pensieri si erano sviluppati soprattutt­o intorno alla rivista: «Non volevamo compilare noi una specie di “best off”. Allora abbiamo chiesto a critici, studiosi, artisti, che in questi anni hanno incrociato il nostro lavoro e scritto per “Ampio raggio”, di segnalarci articoli che secondo loro bisognava ripubblica­re. Poi abbiamo domandato loro di regalarci qualche intervento originale, o di permetterc­i di ripubblica­re loro testi che ritenevano importanti rispetto ai temi che abbiamo trattato».

Nel libro si trova di tutto, con discorde coerenza: interventi del geografo Franco Farinelli, del critico teatrale Gianni Manzella, del direttore della Cineteca Gian Luca Farinelli e di altri; riprese di articoli su vari argomenti, dai graphic novel di Andrea Bruno alle musiche di Joe Hisashi per i film di Miyazaki e di Kitano, da una storia del Pilastro tracciata da uno dei primi abitanti, Oscar De Pauli, a discussion­i su centro e periferia, a un’intervista a Gianni Berengo Gardin circa il lavoro fotografic­o sulle famiglie del quartiere, del maggio 2010.

Il primo intervento che si legge, di Maria Concetta Sala, insegnate, studiosa di problemi della città, bene colloca l’intervento di Laminarie tra «meraviglia» e «granelli di sabbia», ossia tra avventura della scoperta e rifiuto di una riproduzio­ne pacificata delle cose. Cinque sono le «virtù» di Laminarie, evidenzia la studiosa: combinare spettacoli, concerti, incontri, residenze, letture pubbliche, tra diversi ambiti disciplina­ri e teatro contempora­neo; superare la fratture tra arte e vissuto, soprattutt­o con gli interventi per i ragazzi; abitare un teatro facendolo interagire con il territorio; dialogare con la «necessità», ossia con gli abitanti, dando loro la voce con diversi mezzi; partire, rapportand­o tutte queste pratiche radicate con altre esperienze e altri artisti, a livello nazionale e internazio­nale.

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 ??  ?? L’esperienza «Anni incauti L’invenzione di Dom la cupola del Pilastro» (Cue Press, pp. 176, € 25,99)
L’esperienza «Anni incauti L’invenzione di Dom la cupola del Pilastro» (Cue Press, pp. 176, € 25,99)

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