La vita in prima linea narrata sui social
Mascherine, scafandri e, nonostante tutto, sorrisi: scatti dal fronte di medici e infermieri
«È dura». Il messaggio dal profilo Facebook di Pietro Giurdanella, presidente dell’Ordine delle Professioni infermieristiche di Bologna, alle dieci di sera qualche giorno fa dopo l’ennesima estenuante giornata in prima linea al Sant’Orsola, ha raccolto tantissime faccine e commenti di incoraggiamento. «Non ti abbattere», «forza e coraggio», #Io stoconTe» alcuni di questi. I social al tempo del coronavirus sono diventati la porta di connessione tra il mondo esterno e i medici, gli infermieri, gli operatori sanitari che lavorano nei reparti di Emergenza, nelle Terapie intensive, nelle Malattie infettive, nelle Rianimazioni dei nostri ospedali.
E sono racconti da leggere tutti d’un fiato, quelli che arrivano dal mondo al di là degli spessi vetri. «Annalisa, oggi quasi da sola ha allestito una nuova Sala di Emergenza, in uno spazio rubato al Ps Ortopedico per accogliere i pazienti politraumatizzati in una area “pulita” dell’ospedale — racconta Carlo Coniglio, responsabile della Rianimazione dell’ospedale Maggiore —. Daniela, con il suo volto sorridente torna per trasportare due pazienti intubati in un altro ospedale #coronavirus che ha liberato due posti, si riveste con tuta, maschera, occhiali, dopo aver lavorato già 12 h, ancora sudata perché è tornata in bici da casa dopo essersi fatta almeno una doccia... Alessandro, “anima lunga” con il suo scafandro, sempre sul pezzo, sembra uno dei protagonisti del film Odissea nello spazio... Nicola, da stamattina cerca di coordinare e aiutare colleghi di un altro ospedale che aveva ben altra vocazione catapultati per necessità nello tsunami #covid19 che ci sta colpendo... Elisa, psicologanonpercaso, che ci riempie di attenzioni e ci sorregge e ci aiuta a rimanere umani e ad aver cura dei parenti che hanno qui i loro cari ricoverati appesi ad un filo... Giovanni, l’uomo solo al comando, ammiro la sua capacità di non mandare a f...chi pretende di spingere i bottoni senza aver mai indossato una mascherina FFp2... Questi sono solo alcuni delle donne e degli uomini, che senza sosta stanno affrontando questa “insolita” e devastante emergenza. Non eroi, persone che amano il proprio lavoro».
«Terapia Intensiva, Ground Zero... aperta a tempo di record grazie a un incredibile gioco di squadra. Peccato avere inaugurato senza champagne... ma con i succhini alla pera!» è il messaggio di Guglielmo dall’ospedale Maggiore. E via i commenti, le congratulazioni della gente normale e dei colleghi, «anche da noi a Bentivoglio... Una mattina siamo blocco operatorio e al pomeriggio come per magia sono arrivati i pazienti della terapia intensiva... Tempo per prepararci zero... Ma quando il gioco si fa duro noi ci siamo, sperando di fare bene, di sicuro del nostro meglio. Grande sanità quella di
Bologna», aggiunge Daniela. La Fondazione Sant’Orsola rilancia l’appello e le foto di infermieri e medici «Noi restiamo in corsia, tu resta a casa». Ci sono i volti stanchi ma soddisfatti di chi ha allestito un intero nuovo padiglione Covid in sei giorni. E il messaggio lanciato dal primario Gilberto Poggiali «più tamponi e meno applausi ai balconi».
Le testimonianze arrivano da tutta la regione. «Io resto in ospedale, tu resta a casa», è l’appello-saluto dei sanitari del policlinico di Modena. «Voi ci sostenete e noi vi mostriamo come lavoriamo per voi» raccontano i volti di uomini e donne con tute e mascherine che fanno il segno della vittoria. «Stiamo lavorando per voi mettendo a rischio la nostra vita stessa», ricorda un’infermiera di Piacenza dove ieri sono stati festeggiati i diciotto nuovi laureati in Infermieristica. Nei prossimi giorni daranno una mano i colleghi allo stremo.