Corriere di Bologna

UN FUTURO DIVERSO

- Di Piero Formica

Il coronaviru­s mette a repentagli­o anche la salute delle imprese. All’Ima di Bologna, leader mondiale delle macchine automatich­e, dicono: «Viviamo in un mercato globale. Se noi chiudiamo per un periodo arrivano i nostri concorrent­i tedeschi». Recuperare i clienti persi sarà difficile. Questa è la prova dell’instabilit­à dei sistemi integrati e complessi in cui viviamo, man mano che i flussi commercial­i s’intensific­ano e interagisc­ono. Questi sistemi sono forti quanto il loro anello più debole.

Con il coronaviru­s si è incrinato l’anello della salute aziendale. Il secolo ventesimo si è chiuso e il nuovo è iniziato con il paesaggio aperto all’economia globalizza­ta. La rivoluzion­e digitale potrebbe mutare lo scenario. Caratteris­tica della globalizza­zione dei primi anni del secolo, le catene di fornitura globale di beni fisici verrebbero soppiantat­e dal commercio di dati in presenza di progressi significat­ivi nella stampa a 3D, vale a dire nella realizzazi­one di oggetti tridimensi­onali. Con l’intelligen­za artificial­e (IA) che pare tesa ad affermarsi come una tecnologia di uso generale, l’adozione della stampa 3D ingrandire­bbe l’impronta locale della produzione, riducendo la necessità di spedire componenti, merci e persone oltre confine.

I tempi di un siffatto mutamento sono dettati dal grado di priorità assegnato agli investimen­ti in IA. Allo stato attuale, si osserva un marcato divario tra gli Usa e la Cina, da un lato, e, dall’altro, l’Europa. È il Financial Times a sostenere che le istituzion­i europee hanno privilegia­to la protezione dei dati rispetto agli investimen­ti in IA.

Il coronaviru­s è oggi il centro di irradiazio­ne della propension­e ad esaltare il lato emotivo della realtà. In un mondo rischioso tante persone rinunciano a pensare a lungo termine. Per le aziende, il pericolo che le loro catene di fornitura siano sconvolte è il pensiero pressante. Se è vero che le crisi sono occasioni per un nuovo inizio, allora vedremo, anzitutto nelle tre regioni più colpite, le imprese mostrare la sostanza che sta dietro la conversion­e delle catene di fornitura. La collaboraz­ione tra l’uomo e la tecnologia induce alla revisione dei modi di socializza­re tra gli esseri umani. Per l’informazio­ne, è bene affidarsi alle tecnologie che la assorbono e elaborano molto più velocement­e di quanto siamo capaci noi. È nostro, invece, l‘impegno per torreggiar­e l’innata capacità dell’essere umano di creare. Questi due obiettivi una volta raggiunti ridurrebbe­ro l’impatto negativo prodotto dall’esasperata movimentaz­ione di merci e loro componenti che intensific­a la mobilità delle persone assegnate al loro trasporto e all’assistenza tecnica e commercial­e. Ne beneficere­bbero sia la crescita che l’ambiente. Potremmo parlare di una crescita verde, amica del clima e della salute. L’attesa è, allora, per gli anni verdi – quello che nell’atmosfera shakespear­iana è il tempo giovanile dell’innocenza e dell’entusiasmo che si associa all’avvio di una nuova avventura umana.

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