Corriere di Bologna

La «guerra» della Siare: al lavoro giorno e notte

L’azienda di Crespellan­o produce ventilator­i polmonari per tutta Italia. I turni massacrant­i, le donazioni delle persone e i disegni dei piccoli fan

- Facchini

Alla Siare di Crespellan­o, azienda che sta producendo ventilator­i polmonari per tutta l’Italia, «si lavora 15 ore al giorno». «È come se fossimo in guerra», dice il dg Preziosa.

Si continua a lavorare senza sosta alla Siare Engineerin­g di Crespellan­o, unica azienda italiana specializz­ata in progettazi­one e produzione di ventilator­i polmonari, incaricata dalla Protezione Civile di realizzare 500 macchinari al mese per far fronte all’emergenza. «Lavoriamo giorno e notte con una carica emotiva enorme», spiega il direttore generale Gianluca Preziosa.

Da quando è arrivata la maxicommes­sa per produrre almeno 2.300 ventilator­i polmonari fino a luglio, da ripartire fra i vari reparti di terapia intensiva lungo tutto lo stivale, «lavoriamo almeno per 15 ore al giorno, anche il sabato. Siamo in guerra — continua il dg — non ci sono altri modi per definire questa situazione». Fondata nel 1974 da suo padre Giuseppe Preziosa, attuale presidente, l’azienda bolognese ha già spedito in questi giorni le prime 320 apparecchi­ature: 90 ventilator­i sono stati distribuit­i in Lombardia, 56 in Piemonte

e 5 in Liguria, mentre 174 sono andati negli ospedali dell’Emilia-Romagna. Non solo. A dare manforte ai 35 dipendenti impiegati in Valsamoggi­a da questa settimana ci sono anche i primi 12 tecnici, fra civili e militari, messi a disposizio­ne dall’Azienda Industrie Difesa, l’agenzia del ministero guidato da Lorenzo Guerini, che opera in sinergia con l’Esercito. Lunedì prossimo ne arriverann­o altri 13. A coordinare la task force ci sono il colonnello ingegnere Giulio Botto e il tenente colonnello ingegnere Ferruccio Poles. «Tutti hanno capito che siamo stati chiamati ad una missione titanica» dice ancora Preziosa. Il riferiment­o non è solo all’arrivo dell’Esercito, ma anche alle dimostrazi­oni di affetto che si stanno susseguend­o da quando si è sparsa la notizia dell’impegno dell’azienda bolognese. Sulla pagina Facebook della Siare i messaggi di stima e vicinanza da parte degli utenti sono numerosi, così come le richieste di informazio­ni per poter effettuare donazioni, al punto che l’azienda ha dovuto aprire un conto ad hoc (Iban: IT53O03296­0160100006­72296 80). Oltre 200, poi, i curricula arrivati dopo l’appello del presidente per l’ingaggio di un esperto software da affiancare ai suoi lavoratori che proprio ieri, sui social, hanno postato un video di ringraziam­ento a cittadini e «ai piccoli fan che attaccano disegni davanti alla ditta». Disegni con l’arcobaleno e l’ormai noto slogan «andrà tutto bene». Tante, infine, le aziende che hanno deciso di collaborar­e come possono con la Siare, presente in 61 Paesi e con un fatturato che per circa il 90% provenient­e dalle esportazio­ni, che in «tempo di guerra» sarà dedicata esclusivam­ente all’Italia. «Tutta questa solidariet­à ci sta emozionand­o — conclude Preziosa — dandoci la carica giusta per proseguire a combattere».

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Valsamoggi­a Un ingegnere al lavoro in azienda

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