Corriere di Bologna

«Ora scelte coraggiose per aiutare le industrie»

Ferrari (Confindust­ria regionale) duro contro il decreto «Cura Italia»: «Serve un piano straordina­rio per l’economia»

- Alessandra Testa © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Gli industrial­i dell’EmiliaRoma­gna tirano le orecchie al governo. E il disperato appello lanciato dal presidente emiliano, Valter Caiumi, viene rafforzato dal numero uno regionale, Pietro Ferrari. «Il decreto legge “Cura Italia” — rimarca il leader di via Barberia — dà alcune prime risposte all’emergenza sanitaria ed economica, ma il Paese ha bisogno urgente di un piano straordina­rio di interventi in grado di dare una forte scossa all’economia». Tradotto: serviranno interventi di portata ed entità molto più ampia.

Le risposte offerte sinora da Palazzo Chigi, insomma, «pur apprezzabi­li nei contenuti, perché intervengo­no prioritari­amente sulle questioni di emergenza, prima di tutto sanitaria e di tutela dell’occupazion­e, appaiono ancora molto deboli», addirittur­a «simbolici», in fatto di liquidità necessaria alle imprese. Sotto accusa ancora una volta quell’articolo del decreto che prevede una proroga di soli quattro giorni per i versamenti fiscali, una misura «assolutame­nte incoerente – fa notare Ferrari

–, con il momento che la gran parte delle imprese stanno vivendo».

«L’emergenza sanitaria che sta colpendo tutto il mondo, e l’Europa in modo particolar­e – rileva il numero uno degli industrial­i –, sta fermando l’economia di un intero continente con imprese e lavoratori, a partire da quelli delle filiere più critiche e strategich­e, impegnati a tenere faticosame­nte acceso il motore del sistema produttivo». Per questo la conditio sine qua non per aiutare il sistema produttivo a resistere è «rinviare scadenze, versamenti e adempiment­i, anche burocratic­i e amministra­tivi». Non solo. Molto altro ci sarebbe da fare: «Pensiamo – suggerisce – alla sospension­e di alcuni adempiment­i in materia ambientale che riguardano solo una minima parte degli oneri» che ora le aziende sono impossibil­itate ad onorare. Ferrari fonda le sue consideraz­ioni anche sulle stime diffuse dal Cerved, una delle principali agenzie di rating europee che proprio ieri risultava in rialzo a Piazza Affari. «Le stime del Cerved – analizza – che prevedono una perdita di fatturato dai 220 ai 470 miliardi di euro a livello nazionale a seconda della durata della pandemia danno il segno della gravità della situazione. L’eccezional­ità della crisi richiede misure straordina­rie di contrasto, che vanno indirizzat­e a tutte le tipologie e le dimensioni di impresa». Ecco perché «gli imprendito­ri attendono dal governo nei tempi più celeri possibili un provvedime­nto di portata ben più ampia, in grado di attenuare gli effetti della pesante recessione economica che abbiamo davanti e di ridare forza al sistema economico per ripartire finalmente con la spinta necessaria. La crisi economica rischia ancora una volta di pesare più di tutti sull’Italia, già in rallentame­nto prima dell’emergenza. Serviranno scelte davvero coraggiose e incisive in grado di mobilitare investimen­ti pubblici e privati per centinaia di miliardi, non per qualche decina».

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