«Ora scelte coraggiose per aiutare le industrie»
Ferrari (Confindustria regionale) duro contro il decreto «Cura Italia»: «Serve un piano straordinario per l’economia»
Gli industriali dell’EmiliaRomagna tirano le orecchie al governo. E il disperato appello lanciato dal presidente emiliano, Valter Caiumi, viene rafforzato dal numero uno regionale, Pietro Ferrari. «Il decreto legge “Cura Italia” — rimarca il leader di via Barberia — dà alcune prime risposte all’emergenza sanitaria ed economica, ma il Paese ha bisogno urgente di un piano straordinario di interventi in grado di dare una forte scossa all’economia». Tradotto: serviranno interventi di portata ed entità molto più ampia.
Le risposte offerte sinora da Palazzo Chigi, insomma, «pur apprezzabili nei contenuti, perché intervengono prioritariamente sulle questioni di emergenza, prima di tutto sanitaria e di tutela dell’occupazione, appaiono ancora molto deboli», addirittura «simbolici», in fatto di liquidità necessaria alle imprese. Sotto accusa ancora una volta quell’articolo del decreto che prevede una proroga di soli quattro giorni per i versamenti fiscali, una misura «assolutamente incoerente – fa notare Ferrari
–, con il momento che la gran parte delle imprese stanno vivendo».
«L’emergenza sanitaria che sta colpendo tutto il mondo, e l’Europa in modo particolare – rileva il numero uno degli industriali –, sta fermando l’economia di un intero continente con imprese e lavoratori, a partire da quelli delle filiere più critiche e strategiche, impegnati a tenere faticosamente acceso il motore del sistema produttivo». Per questo la conditio sine qua non per aiutare il sistema produttivo a resistere è «rinviare scadenze, versamenti e adempimenti, anche burocratici e amministrativi». Non solo. Molto altro ci sarebbe da fare: «Pensiamo – suggerisce – alla sospensione di alcuni adempimenti in materia ambientale che riguardano solo una minima parte degli oneri» che ora le aziende sono impossibilitate ad onorare. Ferrari fonda le sue considerazioni anche sulle stime diffuse dal Cerved, una delle principali agenzie di rating europee che proprio ieri risultava in rialzo a Piazza Affari. «Le stime del Cerved – analizza – che prevedono una perdita di fatturato dai 220 ai 470 miliardi di euro a livello nazionale a seconda della durata della pandemia danno il segno della gravità della situazione. L’eccezionalità della crisi richiede misure straordinarie di contrasto, che vanno indirizzate a tutte le tipologie e le dimensioni di impresa». Ecco perché «gli imprenditori attendono dal governo nei tempi più celeri possibili un provvedimento di portata ben più ampia, in grado di attenuare gli effetti della pesante recessione economica che abbiamo davanti e di ridare forza al sistema economico per ripartire finalmente con la spinta necessaria. La crisi economica rischia ancora una volta di pesare più di tutti sull’Italia, già in rallentamento prima dell’emergenza. Serviranno scelte davvero coraggiose e incisive in grado di mobilitare investimenti pubblici e privati per centinaia di miliardi, non per qualche decina».