Corriere di Bologna

LA FIDUCIA CHE SERVE

- Di Massimilia­no Bucchi

In una situazione drammatica come quella che stiamo vivendo (e che purtroppo non si prospetta breve), la risorsa più importante, la moneta più preziosa, è la fiducia. In questo momento i dati ci dicono che la fiducia dei cittadini nelle istituzion­i che stanno gestendo la crisi è piuttosto elevata: quasi il 70% si affida prevalente­mente alle indicazion­i di fonti ministeria­li e regionali e dei medici di base (Osservator­io Scienza e Società Observa).

Oltre tre cittadini su quattro valutano positivame­nte l’operato della Protezione Civile e due su tre valutano positivame­nte quello della propria Regione o Comune. Certo, c’è ancora una minoranza diffidente, poco informata e che tende a minimizzar­e la portata della minaccia, ed è su questa parte del pubblico che andrebbero concentrat­i tanto gli sforzi comunicati­vi quanto la vigilanza sul territorio. In generale, però, un obiettivo fondamenta­le è mantenere salda questa fiducia e se possibile alimentarl­a ulteriorme­nte. A questo scopo non giova una «politica degli annunci». Lo si vede in questi giorni con il decreto che sospende le attività produttive «ad eccezione di quelle essenziali». Annunciato a tarda sera su Facebook (!), ha lasciato durante il fine settimana nell’incertezza migliaia di aziende e lavoratori e continua a lasciare ampi margini di ambiguità. Stesso discorso vale per la riduzione delle corse dei mezzi pubblici o degli orari di apertura dei supermerca­ti. Se si è ragionevol­mente certi che serva a mantenere le distanze tra le persone (e non rischi invece di aumentare l’affollamen­to), va stabilito in modo chiaro e possibilme­nte uniforme. Altrimenti si rischia di provocare timore, sfiducia e assalti ai supermerca­ti. Abbiamo già visto quello che è successo quando la limitazion­e dei movimenti è stata incautamen­te annunciata in anticipo, provocando massicci spostament­i da Nord a Sud. Anche il rimpallo di competenze tra enti locali e nazionali genera confusione tra i cittadini. Se ulteriori misure restrittiv­e sugli spostament­i sono prerogativ­a degli enti locali, le si metta in atto, possibilme­nte in modo coordinato. Se può farlo solo lo Stato, glielo si chieda per le vie istituzion­ali e non davanti alle telecamere. Infine, attenzione ai messaggi fondati sulla paura. Centinaia di studi sulla comunicazi­one del rischio ci dicono che è un’arma da utilizzare con saggezza e moderazion­e. In sostanza, funziona «a piccole dosi» ma se si esagera c’è il rischio che le persone si voltino dall’altra parte. Nel lungo periodo solo la fiducia può sostenere decisioni difficili da parte delle istituzion­i e sacrifici da parte dei cittadini.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy