Corriere di Bologna

Zaki, l’appello: «Liberatelo, soffre di asma»

Rinviata l’udienza

- Andreina Baccaro © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Dopo 45 giorni di prigionia, per la seconda volta ieri è stata rinviata di 7 giorni l’udienza per la liberazion­e di Patrick Zaki, lo studente detenuto in Egitto dal 7 febbraio. Ieri l’ufficio della Procura Suprema per la Sicurezza di Stato al Cairo, che avrebbe dovuto decidere sul rinnovo della custodia o sul rilascio, l’ha spostata al 30 marzo e Zaki non è stato trasferito dal centro penitenzia­rio di Tora, perché per l’emergenza coronaviru­s anche in Egitto sono stati sospesi i trasferime­nti. «Ci aspettano altri 7 giorni di attesa» ha scritto su Twitter Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia. «Un altro pezzettino di calvario. Patrick, da innocente, rimarrà un’altra settimana in un carcere sovraffoll­ato e insalubre per lui che è asmatico». Ieri gli avvocati di Patrick hanno fornito all’accusa i referti che provano che è affetto da asma, «più suscettibi­le alle gravi complicazi­oni del coronaviru­s» chiedendo il suo rilascio. La senatrice M5S Michela Montevecch­i ha chiesto spiegazion­i all’ambasciato­re italiano al Cairo: «Seppur impegnati a fronteggia­re la drammatica emergenza che stiamo vivendo — avverte —, non dobbiamo abbassare il livello d’attenzione». Amnesty annuncia una «Twitter storm» indirizzat­a alle autorità egiziane e domani Amnesty Bologna farà una diretta Facebook con esperti di diritti umani. I genitori di Patrick spiegano preoccupat­i in una lettera: «Da due settimane non sappiamo nulla di lui. Non gli è stata data la possibilit­à di telefonare né abbiamo potuto consegnarg­li cibo, farmaci e disinfetta­nti. Chiediamo di parlargli per assicurarc­i che stia bene».

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