Il Cineca ha trovato quaranta molecole che combattono il virus
Le «particelle» sarebbero in grado di bloccare lo sviluppo del virus. Il consorzio bolognese ci lavora da un mese e mezzo con un finanziamento dell’Ue Ora via ai test. Il dg Vannozzi: «Possibile cura nella seconda metà dell’anno»
Se per analizzare una molecola normalmente occorrono circa 4 mesi, il super cervellone del Cineca impiega appena 50 millisecondi. Così, in un mese e mezzo, il mega calcolatore Marconi è riuscito ad esaminare la metà dei 500 miliardi di molecole farmaceutiche esistenti, scoprendo che 40 di queste possono combattere il Coronavirus, agendo sulle proteine che lo alimentano. Una scoperta che ora ha bisogno di tutti i test del caso. Ma al Cineca sono ottimisti: «Una cura potrebbe arrivare nella seconda metà dell’anno».
Come in tutte le guerre moderne, anche quella contro il Coronavirus si serve di armi tecnologiche. E a Casalecchio, nella sede del consorzio interuniversitario Cineca, anche il supercomputer per la ricerca scientifica Marconi, il più potente in Italia, combatte in prima linea.
Fino ad oggi è già riuscito ad individuare le prime 40 molecole che potrebbero fermare il Covid-19. Un «pacchetto» di sostanze trovate tramite calcoli matematici che passerà al vaglio di test in laboratorio e biologici per trovare quella più adatta a combattere il virus. Una volta trovata, dovrà poi essere sintetizzata, probabilmente nella seconda metà dell’anno. Da inizio febbraio il Cineca è impegnato nel maxi-progetto Exscalate4CoV finanziato dall’Unione europea con 3 milioni, guidato da Dompè farmaceutici, che riunisce anche lo Spallanzani di Roma, il Politecnico di Milano e altre istituzioni pubbliche e private.
L’obiettivo è usare l’immensa capacità computazionale dei super computer per individuare i farmaci più sicuri e promettenti per il trattamento immediato della popolazione infettata da Covid-19, contemporaneamente cercando le molecole capaci di inibire contagi futuri. «Una volta sequenziato il virus — spiega David Vannozzi, dg del Cineca — grazie alla piattaforma di supercalcolo Exscalate, riusciamo a mettere in relazione le proteine che permettono lo sviluppo del covid-19 con una “biblioteca” di 500 miliardi di molecole farmacologiche». Normalmente, sottolinea il direttore del Cineca, «per analizzare una molecola servono quattro mesi». Grazie al supercomputer Marconi, invece, che esegue 50 milioni di miliardi di operazioni al secondo, «questa interazione viene individuata in 50 millisecondi». E così, dopo appena un mese di lavoro, sottolinea Vannozzi, è stata analizzata «circa la metà» del maxiarchivio di 500 miliardi di molecole e «abbiamo individuato le prime 40 che hanno un effetto sulle proteine alla base dello sviluppo del virus». Un passo avanti, anche se la strada è ancora lunga: la scoperta passerà ora nelle mani degli altri team di ricercatori coinvolti nello studio, che dovranno eseguire prima test in laboratorio per confermare il risultato e poi, per le molecole che daranno esito positivo, fare una valutazione biologica. Terminato questo doppio screening, inizierà la sperimentazione per l’uomo. Nel frattempo, il supercalcolatore del Cineca continuerà la sua opera di censimento sulla restante parte delle molecole farmacologiche. Tutto questo lavoro, sostiene il dg del Cineca, potrebbe portare ad avere una cura «disponibile per la seconda parte dell’anno». Questo metodo di analisi, che utilizza la piattaforma di supercalcolo, è stato pensato e usato per la prima volta alcuni anni fa per il virus Zika. Con un computer normale ci vorrebbero quattro mesi per analizzare ogni proteina. «In questo modo i ricercatori possono andare a colpo sicuro sulle molecole», sottolinea Vannozzi.