Il risiko per evitare danni milionari
Il Bologna partecipa ai summit dei club per il futuro del campionato congelato
Parola d’ordine: assorbire il colpo sul piano economico, cercando di registrare meno danni possibili. In questi giorni di emergenza, il mondo del calcio in sosta forzata si confronta con lo stesso obiettivo di tanti settori industriali del Paese e cerca di contenere un buco che negli incontri delle ultime ore è stato stimato attorno a 720 milioni di euro: numeri che potrebbero dimezzarsi se in qualche modo il campionato di serie A (con 124 partite ancora da disputare) fosse portato a termine, con tempistiche tutte da definire e con l’ipotesi playoff e playout già naufragata.
Anche per questo motivo, nei colloqui in videoconferenza delle ultime ore il Bologna — rappresentato dall’ad Claudio Fenucci — era tra i club che hanno manifestato la volontà di prendersi un po’ di tempo per valutare a tutto tondo l’evolversi della situazione sanitaria e cercare una via per concludere il campionato: da questo punto di vista è arrivato un assist dalla Uefa e dalle varie leghe europee, che concordano praticamente all’unanimità sulla possibilità di sforare fino al 15 luglio per poter concludere i vari campionati anziché concludere tutto così, con annessi enormi punti interrogativi sui piazzamenti, promozioni e retrocessioni.
L’Eca — il board che raduna i club europei più importanti — si è fatta portavoce con l’Uefa di questa necessità e ormai la via maestra è quella di utilizzare questo sforamento per poter concludere i campionati giocando a ritmi serrati: i tornei nazionali avrebbero totale priorità rispetto alle coppe anche perché Champions ed Europa League rischiano di dover affrontare le tempistiche più lunghe del contagio in altri Paesi.
Oggi alle ore 17 si terrà una riunione plenaria tra Figc, Lega Calcio, Aic e Assoallenatori (primo vero atto di un tavolo di lavoro permanente istituito dalla Federcalcio per cercare il modo per uscire dalla crisi) e domani sarà inviata una relazione al ministro per lo Sport Spadafora: il calcio non intende chiedere al governo aiuti diretti in denaro, ma misure e interventi progettuali per consentire al settore di andare avanti e per cercare di riprendersi in autonomia dalle perdite che saranno registrate. I venti club di serie A sono compatti e ognuno inizia a fare i conti con quelle che potranno essere le ripercussioni sulle casse: stime iniziali e approssimative, anche per quanto riguarda il Bologna, in attesa di comprendere il destino di questa stagione. Troppi i fattori direttamente legati al campionato 2019/20, anche a livello di tempistiche: lo sforamento a livello europeo porterà inevitabilmente date diverse per il calciomercato, oltre alla certezza che gireranno cifre ben minori al momento della ripartenza.
Il Bologna nel suo piccolo attende notizie sull’eventuale rimodulazione delle durate dei contratti (banalmente, se si giocasse a luglio il contratto di un leader come Rodrigo Palacio sarebbe scaduto), ha messo in standby i piani estivi sui ritiri — si pensava al ritorno a Pinzolo — che rischiano di essere minimi a cavallo delle due stagioni e continua a sperare, con le dovute cautele, che il campionato possa arrivare in fondo anche sforando i tempi.