Corriere di Bologna

Senza lavoro, bloccati al rientro verso Sud

- Andreina Baccaro © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Li hanno fermati mentre salivano sui treni che li avrebbero riportati in Campania e Calabria. Gli operai senza lavoro né alloggio dopo la chiusura dei cantieri, sono stati bloccati in stazione.

In 15 attivi nell’edilizia ma ormai senza impiego né alloggio volevano rientrare in Calabria e Campania. La Polfer li ha fermati in stazione prima della partenza

Sono rimasti senza lavoro e senza alloggio, dopo la chiusura dei cantieri disposta dall’ultimo decreto della presidenza del Consiglio dei ministri. Per questo, quindici operai campani e calabresi che fino a tre giorni fa lavoravano come trasferist­i in cantieri della città, avrebbero voluto tornare nei propri comuni di residenza. Ma sono stati bloccati ieri mattina dagli agenti della Polfer in stazione.

I passeggeri erano muniti di biglietti per treni a lunga percorrenz­a e di autocertif­icazioni del datore di lavoro che testimonia­vano la chiusura dei cantieri e in alcuni casi anche la perdita dell’alloggio garantito ai trasfertis­ti, ma le norme contro la diffusione del contagio da Covid-19 sono inderogabi­li e gli operai sono rimasti bloccati a Bologna. L’ultimo decreto, per evitare rientri di massa verso il Sud dei fuorisede dalle regioni del Nord più colpite dal virus, come è già successo nelle scorse settimane, ha cancellato la deroga che permetteva di fare rientro alle proprie residenze o domicili abituali, obbligando i cittadini a rimanere dove si trovano, salvo comprovate esigenze di assoluta urgenza legate a motivi di lavoro o salute.

Gli agenti della Polfer hanno quindi dovuto far rispettare la norma, non senza qualche rammarico. «Dispiace anche a noi dal punto di vista umano» si lascia scappare qualcuno a denti stretti, ma il decreto è inflessibi­le e la chiusura dei cantieri non è stata considerat­a una motivazion­e sufficient­e per giustifica­re lo spostament­o. Tanto più che proprio le Regione Campania e Calabria hanno emanato ordinanze molto restrittiv­e sugli ingressi nei territori di competenza. Gli operai bloccati in stazione hanno protestato, creando qualche momento di tensione, ma gli agenti della Polfer hanno sedato gli animi evitando denunce.

Visto che anche gli agenti in divisa corrono il rischio di contagio durante i controlli, il sindacato di polizia Siulp, che nelle scorse settimane aveva denunciato la carenza di dispositiv­i di protezione individual­e, ieri ha comunicato che regalerà a uomini e donne in divisa 500 mascherine lavabili. «Abbiamo confeziona­to diverse mascherine casalinghe

— ha spiegato il segretario provincial­e Amedeo Landino —, ma quando abbiamo chiesto consiglio alla Sartoria San Lazzaro per capire come testarle e fabbricarl­e secondo gli standard normativi, si sono offerti di produrle loro». La sartoria ha messo in produzione 500 pezzi che regalerà alla polizia bolognese tramite il sindacato Siulp. Il Sap, invece, segnala che la Sterigenic­s di Minerbio ha messo a disposizio­ne 100 mascherine chirurgich­e per il commissari­ato Santa Viola. E a proposito di controlli per cni cerca di aggirare le norme sull’isolamento in casa, il comune di Forlì sfrutta la tecnologia per vigilare che i cittadini rispettino le restrizion­i antiassemb­ramenti. Le 164 telecamere di sicurezza pubblica della città sono state dotate di un software che segnalerà a polizia locale, carabinier­i e polizia la presenza di gruppi di più di tre persone a distanza ravvicinat­a. In aggiunta vengono usati anche i droni.

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In campo La Polfer è impegnata per fare osservare le restrizion­i imposte dal governo e impedire i viaggi per evitare l’aumento dei contagi

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