La grande paura della Riviera romagnola
I bagnini: a maggio bisogna essere operativi, altrimenti salterà la stagione
Le spiagge sono deserte in Romagna. Gli stabilimenti sono chiusi e non si sa quando potranno riaprire, anche solo per essere sistemati. Il timore è che questo accada troppo tardi per preparare tutto e allestire una stagione balneare che si rispetti. Assieme a questo, c’è l’interrogativo delle misure di sicurezza: saranno confermati mascherine e guanti per chi lavora o basterà distanziare gli ombrelloni? Domande alle quali oggi non c’è risposta.
Negli stabilimenti si guarda con ansia all’estate, tra ferie già smaltite e misure di sicurezza: «Difficile pensare a mascherine e guanti in spiaggia»
Le spiagge deserte nei primi weekend di primavera sono comparse nelle case dei romagnoli, in Riviera, passando per le televisioni, i siti e i giornali. In tanti si chiedono se in estete torneranno a ripopolarsi. Soprattutto i titolari degli stabilimenti balneari, che non potranno sistemare cabine e arredi fino alla revoca del lockdown, che potrebbe avvenire a ridosso dell’estate.
I cittadini rivieraschi più fiduciosi ricordano le disgrazie passate. «Come la mucillagine di fine anni 80, con il mare pieno di alghe e la nostra economia andata in frantumi. Ma ci siamo ripresi in fretta».
I bagnini, più cauti, provano comunque a delineare alcuni scenari. «Mucillaggine? Non scherziamo, questa disgrazia riguarda l’intera umanità — spiega Mauro Vanni, presidente della Cooperativa bagnini Rimini Su — piuttosto cerchiamo di pensare al futuro con i piedi per terra. Noi guardiamo con ansia alla fine di aprile. Perché se a maggio ci permetteranno di andare a sistemare le spiagge, noi saremo pronti per la stagione. Sperando di pari passo che le maglie si allarghino per tutti consentendo alla gente di venire in spiaggia. Non dall’estero, ma dall’Italia anche se ci fa paura che in tanti le ferie se le stanno bruciando in questi giorni».
Gli scenari però potrebbero essere diversi. «Certo che se questa emergenza durerà anche solo fino all’inizio dell’estate, aprire gli stabilimenti non avrà senso». Il presidente del sindacato regionale degli operatori balneari Simone Battistoni è della stessa idea. «Voglio essere ottimista e sperare che il contagio da coronavirus diminuisca consentendo alle istituzioni di sospendere il blocco produttivo per arrivare preparati alla stagione — spiega — perché altrimenti sarà molto dura lavorare durante la bella stagione».
Ma non è tutto, perché una eventuale riapertura delle attività economiche potrebbe non coincidere con la revoca di altre misure introdotte per limitare i contatti sociali. «Resta comunque difficile pensare a una spiaggia “per pochi”. Qui in Riviera il profitto è legato al turismo di massa, alle spiagge affollate», continua Battistoni. «Ed è ovviamente difficile pensare di aprire per accogliere turisti con mascherine e guanti. Meglio un distanziamento degli ombrelloni».
Chi invece fatica a tracciare scenari futuri validi per un’ipotetica ripresa sono i ristoratori. «Di solito a maggio ci prepariamo per la bella stagione. Ora abbiamo una gran paura — spiega Gaetano Callà di Fipe Confcommercio Rimini — e fatichiamo a immaginare una strategia. Abbiamo voglia di ricominciare, ma prima deve fermarsi questa epidemia. Per troppo tempo siamo stati esposti. In queste settimane, bar e pub soffrono. Molti ristoranti, invece, stanno respirando grazie al servizio di asporto».