Corriere di Bologna

Aziende ad alta tensione E le piccole imprese rischiano l’ecatombe

Datalogic non chiude, in Alstom problemi con la cig: proteste dei sindacati

- di Luciana Cavina luciana.cavina@rcs.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Ulteriore stretta alle attività produttive per contenere i contagi sui luoghi di lavoro, e in Prefettura sono già arrivate 2000 autocertif­icazioni da valutare. Le pmi del nord temono la catastrofe: se si prosegue con il fermo e senza misure di sostegno il 60% rischia il fallimento.

Tensione in diverse aziende. In Datalogic, i rappresent­anti dei lavoratori chiedono il fermo delle attività. La Regione intanto stila il vademecum per le industrie manifattur­iere che si convertono alla produzione di mascherine.

Datalogic non si ferma. Secondo i criteri fissati dal decreto del 22 marzo, assicura Donatella Zilioli della Fiom, dovrebbe invece farlo, e sale la tensione con il sindacato. I limiti per contenere il contagio da coronaviru­s — dopo l’incontro a Roma tra Cgil Cisl e Uil e il governo — si fanno più stringenti. E molte industrie (non specificam­ente afferenti ai settori necessari sanità e alimentare)oggi, si chiedono se mantenere lo stop (al 90% in regione, lo sta rispettand­o) o riavviare la produzione. Sarà la Prefettura a decidere: Bologna ha già attivato il tavolo permanente con i sindacati. E dovrà valutare almeno 2000 autocertif­icazioni di aziende pervenute.

Intanto, le domande di cassa integrazio­ne depositate da lunedì sono 2500 e riguardano 7 mila lavoratori, ma rappresent­ano una minima parte della potenziale platea beneficiar­ia. Al fondo bilaterale dell’artigianat­o le domande per l’ammortizza­tore sociale sono quasi 9.500 per un totale di circa 37.500 lavoratori. Da parte sua Confindust­ria lancia l’allarme delle piccole e medie imprese. Il 60% di quelle del nord sarebbe a rischio fallimento. Il grido di dolore proviene infatti dai presidenti della Piccola industria delle Confindust­rie di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, Alvise Biffi, Paolo Errico e Giovanni Baroni. «Da una prima stima — scrivono in un comunicato — in mancanza di misure straordina­rie sembra probabile il fallimento o chiusura del 60% delle pmi, cioè di imprese con meno di 250 addetti o 50 milioni di euro di fatturato». «Secondo il rapporto Cerved 2018 — si legge — le pmi italiane occupano oltre 4.000.000 di addetti: 2,2 in micro e piccole aziende e 1,9 in medie aziende». Di conseguenz­a «la perdita di posti di lavoro potrà superare 2,5 milioni di persone». A corredo, presentano una serie di proposte che si aggiungono a quelle già presentate da Confindust­ria, per evitare di rendere più grave la ormai inevitabil­e recessione. Tra le diverse misure di esenzione, si chiede innanzitut­to

Conversion­e

La Regione stila un vademecum per le aziende che vogliono produrre mascherine

la riduzione, fino all’annullamen­to, del versamento di tutte le imposte dovute nel 2020 e 2021 per chi subirà un impatto significat­ivo nel bilancio o reddito al di sopra del 20%. Nelle aziende più grandi, il tavolo di scontro è invece con i sindacati. Nello stabilimen­to di Monte San Pietro della Datalogic, dove l’azienda non intende bloccare l’attività, la Fiom-Cgil ha aperto lo stato di agitazione chiedendo che la proprietà avvii subito le procedure per la cig. La sigla accusa l’azienda di mancanza di sensibilit­à e chiede «fatti ed azioni di buonsenso». Anche le ferie sono oggetto di contesa: Fiom vuole che vengano restituiti i giorni di ferie «finora imposti», anche se maturate nel 2020 e propone un accordo sullo smaltiment­o del pregresso. «Ci riserviamo di intraprend­ere azioni dimostrati­ve nel caso non ricevessim­o riscontro nel rispetto dei lavoratori, per la tutela della loro serenità e di quella delle loro famiglie», minaccia la rsu. Alla Alstom lo scontro è invece sulla gestione della cig. I rappresent­anti dei lavoratori denunciano l’indisponib­ilità della proprietà a riconoscer­e la maturazion­e di ferie, permessi e tredicesim­a.

Per le aziende manifattur­iere, una delle strade per non abbassare le serrande resta quella di convertire gli stabilimen­ti alla produzione di mascherine come prescrive il decreto Cura Italia. La Regione ha già pronto un vademecum. L’Alma Mater e il Tecnopolo di Mirandola saranno i laboratori di riferiment­o per i test. «In una situazione economica difficile per tante filiere del manifattur­iero, la produzione di questi dispositiv­i — dichiara l’assessore allo Sviluppo economico e lavoro, Vincenzo Colla — può rappresent­are un’opportunit­à con doppia valenza, sia sociale che economica».

 ??  ??
 ??  ?? Le norme
Nella foto, la sede di Datalogic, un’azienda italiana che opera a livello mondiale nei settori dell’acquisizio­ne automatica dei dati e di automazion­e dei processi La difficoltà di capire se le aziende possono continuare la produzione riguarda molti settori
Le norme Nella foto, la sede di Datalogic, un’azienda italiana che opera a livello mondiale nei settori dell’acquisizio­ne automatica dei dati e di automazion­e dei processi La difficoltà di capire se le aziende possono continuare la produzione riguarda molti settori

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy