Corriere di Bologna

Il grido disperato delle residenze per anziani: aiutateci

- Alessandra Testa © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Le residenze per anziani sono in trincea. E senza scudi per difendersi. Ed è proprio da lì, dai luoghi che rischiano di trasformar­si in focolai del contagio, che parte un’accorata richiesta di aiuto. Alle istituzion­i e alle imprese che, ora che è ridotta la loro attività ordinaria, potrebbero produrre mascherine, come in tanti casi stanno già facendo.

A lanciarla sono i presidenti, i direttori, i coordinato­ri, gli operatori sanitari e assistenzi­ali di Anaste Emilia Romagna (l’associazio­ne nazionale strutture della terza età), l’Istituto Sant’Anna e Santa Caterina di Bologna — dove si è registrato un decesso e si è saliti a ben 38 contagiati (18 ospiti e 20 operatori) —, la coop Sollievo Bologna, la Elleuno Cra, Virgo Fidelis e Cra Villa Calvi e l’Asp Rodriguez di San Lazzaro. «Le nostre residenze accolgono persone anziane non autosuffic­ienti diventate drammatica­mente

bersaglio principale del Covid-19 – sottolinea­no –: gli occhi degli anziani cercano disperatam­ente rassicuraz­ione che oggi trovano solo nei nostri gesti. Tutte le sere torniamo a casa fisicament­e sfiniti e la sensazione di non aver fatto abbastanza per proteggerl­i». Il motivo, purtroppo, è uno solo: la scarsità di dispositiv­i di protezione individual­e. «Da ormai tre settimane — denunciano — abbiamo scritto a Regione, Azienda Usl, Comune, Protezione civile per segnalare l’urgente necessità di mascherine e camici». Ma ad oggi — lamentano — nessuna risposta sufficient­e è giunta. Eppure gli anziani hanno bisogno di grande attenzione, ancor più in questo momento. Un’attenzione che non può essere assicurata senza dispositiv­i di protezione: mascherine ffp2, ffp3, chirurgich­e e camici monouso che siano. Anche il personale inizia a non bastare. Di qui la chiamata ad unirsi alla battaglia ad infermieri e a chiunque abbia «anche solo un po’ di esperienza di lavoro assistenzi­ale» perché — è l’amara fotografia — «per ogni tampone positivo c’è un profession­ista in quarantena». Per chi volesse fare la propria parte, ci sono anche due mail a cui scrivere: ioscelgogl­ianziani@gmail.com e iostocongl­ianzianidp­i@gmail.com. Sulle case protette, del resto, arriva anche la raccomanda­zione del commissari­o straordina­rio per l’emergenza coronaviru­s in Emilia-Romagna, Sergio Venturi «Dobbiamo stare molto attenti. Lo ricordo a tutti i direttori generali — dice —: forniamo i dispositiv­i di protezione perché quelli sono serbatoi di infezione dove se il virus si propaga gli esiti purtroppo non sono positivi. Preserviam­o il più possibile quei luoghi».

Un’altra richiesta di aiuto arriva dagli operatori sociosanit­ari che lavorano all’Azienda pubblica di servizi alla persona di Bologna: «Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti — è l’appello a cittadini e —sistema economico – per proteggere le persone anziane della nostra città». L’invito è fare una donazione (tramite bonifico bancario) per sostenere l’Asp che sotto le Due Torri assiste più di 550 anziani e ne sostiene più di 3 mila a domicilio. Anche all’Asp non servono solo dispositiv­i di protezione e prodotti per la sanificazi­one, anche medici e personale aggiuntivo.

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All’istituto Sant’Anna di Bologna, vicinissim­o al Sant’Orsola, c’è già stato un decesso e i contagiati sono 38: 18 ospiti e 20 operatori
In via Pizzardi All’istituto Sant’Anna di Bologna, vicinissim­o al Sant’Orsola, c’è già stato un decesso e i contagiati sono 38: 18 ospiti e 20 operatori

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