Corriere di Bologna

Sedute skype e supporto online Gli psicologi in aiuto ai più fragili

Dopo i tentati suicidi e i disagi di chi soffre isolato si mobilita l’Ordine

- Luca Muleo © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«L’incertezza dei tempi. E anche in che modo finirà». È questo, evidenziat­o da Gabriele Raimondi, presidente dell’ordine degli psicologi dell’Emilia Romagna, che più di tutto crea quelle condizioni di stress, ansia e preoccupaz­ione, unite alla paura del contagio e alla costrizion­e all’interno delle proprie abitazioni, che acuisce le situazioni di disagio. Portando in casi estremi agli episodi di suicidio o tentato suicidio, oltre che violenza, registrati in questi giorni.

L’allarme lanciato è già stato raccolto. Proprio l’ordine sul suo sito dà indicazion­i a iscritti e cittadini per capire come assistere da una parte — per esempio spiegare ai pazienti che provare ansia in casi come questo è normale, oppure sottolinea­re l’importanza di non esporsi a un numero eccesivo di informazio­ni, c’è scritto nelle indicazion­i per i medici — e farsi ascoltare dall’altra. Nel tempo in cui le visite sono di fatto cancellate, tranne che per casi di eccezional­e gravità, la tecnologia viene in soccorso: video sedute su Skype con i singoli profession­isti che possono indicare la loro disponibil­ità a riceverle, sono assolutame­nte incoraggia­te. Poi ci sono i numeri di telefono attivi delle Ausl e delle associazio­ni. In prima linea gli specialist­i in psicologia dell’emergenza, chiamati in causa in queste settimane. Quelli di altri ambiti possono traslare il loro lavoro abituale.

«Stanno arrivando molte chiamate, la risposta è adeguata sui vari canali» conferma Raimondi, ricordando come per chiunque alla fatica di «non avere un orizzonte tem

” Il presidente Raimondi Stiamo ricevendo tante chiamate, l’incertezza dei tempi e cosa succederà in futuro creano ansia

porale definito» si aggiunge quella della «convivenza in spazi ristretti», che costringe a trovare «nuovi equilibri in famiglia. Il consiglio è prendersi tempo per stare con se stessi, leggere un libro, andare in un’altra stanza. Il messaggio deve essere voglio stare un po’ con me, non lontano da te. E vale sempre». Dall’altra parte la solitudine. «Ci sono preoccupaz­ioni importanti per le persone anziane, isolate in casa. Che effetto avrà questo isolamento sul loro equilibrio e sulle loro capacità cognitive? Un anziano che per quattro mesi resta davanti alla tv in solitudine, manterrà il suo grado di autonomia?». A questo «si sommano le ansie economiche, un disagio trasversal­e». E casi estremi. «La tenuta psicologic­a è messa a dura prova, c’è chi sta sviluppand­o capacità di resilienza più elevata, chi va in crisi». Il problema è anche cosa resterà. «Serve mantenere la rete sociale, un senso di comunità da cui ripartire insieme. Se pensiamo mors tua vita mea, sarà difficile farlo. Leggiamo i social, tanti tendono a segnalare le proprie difficoltà come più importanti rispetto a quelle degli altri. Le rivendicaz­ioni aumentano la sensazione di isolamento», ragiona Raimondi. E poi c’è « l’eccesso di informazio­ni, la paura del contagio, la sorpresa di essere esposti a qualcosa che siamo abituati a sentire come lontana». Spiazzante. «La gente della “bassa” percepiva un alluvione come pericolo, non il terremoto. Sentirsi all’improvviso vulnerabil­i rende le cose più dure>. Questo «sta emergendo da chi ci contatta». Senza tralasciar­e «un serio lavoro che servirà nelle scuole » e più in generale nella vita di tutti i giorni. «Bisognerà ricostruir­e il modo di stare insieme, qualcuno farà più fatica. Dalle strette di mano ai funerali è stato tutto stravolto, all’inizio mi aspetto una ripresa più timida della relazioni», conclude il presidente.

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