Corriere di Bologna

E la sindaca Conti chiama i positivi a casa

A San Lazzaro la sindaca Conti li sta chiamando uno a uno: «Cercano di darsi forza»

- Giordano

Da ieri Isabella Conti, sindaca di San Lazzaro, ha potuto iniziare a telefonare a chi si trova in quarantena nel suo comune: in tutto una settantina di persone.

«La cosa che mi ha sorpreso in queste prime telefonate è scoprire così tanti parenti di medici e infermieri. Persone contagiate da un familiare e ora in isolamento fiduciario, perlopiù sono asintomati­che oppure con sintomi lievi. Si danno forza, ma quelli che hanno una grande tempra sono soprattutt­o gli anziani».

Da ieri Isabella Conti, sindaca di San Lazzaro, ha potuto iniziare a telefonare a chi si trova in quarantena nel suo comune: in tutto una settantina di persone. Un’attività che anche altri primi cittadini stanno mettendo in campo.

Sindaco, si tratta di un altro servizio dopo quello che avete lanciato per i «nonni soli»?

«Sì, ma in questo caso per motivi di privacy può essere solo il sindaco a chiamare e accertarsi delle condizioni dei contagiati. Nelle ultime ore l’Ausl ci ha fornito l’elenco con i nomi e i contatti e quindi ci siamo attivati. Ho già parlato con 25 cittadini, proverò a sentirli tutti il prima possibile».

Cosa le raccontano? «Quando chiamo non so nel dettaglio se sia una persona positiva con sintomi o meno. Lo scopro dopo. Mi spiegano quali sono state le fonti del contagio e se ci sono delle necessità: devo dire che c’è una presenza forte di interi nuclei dove al primo caso è seguita la quarantena anche per gli altri componenti. Per esempio nonni che tenendo i nipoti in casa sono stati contagiati perché i genitori dei bimbi avevano contratto il Covid al lavoro. Per quanto riguarda le richieste, in chi è impossibil­itato prevale l’aiuto per la spesa. A quel punto ci attiviamo».

Tra queste persone c’è anche chi è stato in ospedale?

«Possono esserci dei casi positivi che dopo le cure in ospedale sono tornati a casa, in attesa del tampone che ufficializ­zi la negativizz­azione del virus. In generale prevalgono la collaboraz­ione e la fiducia. Proviamo a dare vicinanza in questi momenti non semplici».

Nei giorni scorsi eravate invece partiti con le telefonate agli anziani.

«Abbiamo pensato che nell’isolamento che stiamo provando tutti c’è chi lo subisce di più. Ci siamo focalizzat­i su over 80 e altri anziani considerab­ili “fragili”, ne abbiamo censiti 1172. Io, i miei assessori e altro personale li abbiamo contattati per capire se volevano partecipar­e al progetto e così è stato creato l’elenco dato ai volontari».

Come è andata la ricerca di volontari?

«Molto bene, in meno di 24 ore abbiamo avuto 500 disponibil­ità. Ci hanno chiamato anche dalle altre regioni, da Bologna, perché ovviamente non riguardava solo residenti di San Lazzaro».

Che cosa fanno? «Ognuno adotta un anziano, lo contatta quotidiana­mente e ci aiuta a monitorare il possibile disagio e fa compagnia. Il sogno è ampliare il progetto e soprattutt­o che alla fine di tutto questo il volontario e l’anziano possano incontrars­i. Sarebbe bellissimo».

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