Le parole e il ricordo Il diario del contagio con Ascanio Celestini
Oggi e domani sul web le letture dell’attore romano
Dalla sua casa romana Ascanio Celestini si affaccia nella nostra regione con due regali che Emilia Romagna Teatro trasmette oggi e domani per #laculturanonsiferma sul portale «EmiliaRomagnaCreativa» e sul canale YouTube «LepidaTv OnAir».
Stasera alle 21, dal salotto di casa sua, lo scrittore e affabulatore romano narrerà Il camminatore. Due vite al tempo del contagio. È un piccolo trattato di antropologia che non si cala in paesi lontani ma analizza volti, costumi comportamenti vicini, oggi, ai tempi dell’emergenza che ci chiude tutti tra quattro mura.
Ci racconta al telefono l’attore: «L’ho scritta proprio da poco. I protagonisti sono due anziani che abitano in periferia, in un luogo in cui le strade hanno il nome della mia borgata. Lui ha lavorato tanti anni e ora finalmente è in pensione. Deve camminare: ha un’ipertrofia prostatica e passeggiare è una terapia. E deve smettere di fumare. Allora inizia a girare per le strade del quartiere, da dicembre fino a venerdì scorso, mentre la moglie lo aspetta. Riesce a passeggiare anche in questi giorni, perché gira intorno a casa e perché nella sua zona non ci sono controlli. E poi glielo ha ordinato il medico. Il racconto diventa un diario di quello che è successo e che sta succedendo, di quelle piccole cose che tendiamo a dimenticare». La domanda che muove Celestini è cosa rimane a distanza di tempo di avvenimenti che hanno riempito per giorni l’informazione.
«Cosa ricordate, oggi, dopo quello che sta succedendo, delle polemiche per le vostre elezioni regionali, che si sono svolte non molto tempo fa? Cosa ricorderemo quando sarà passato lo spaesamento di questi giorni? Oggi già di
Di Maio non si parla quasi più; Salvini è riapparso ieri, non ricordo dopo quanto tempo, in televisione…».
L’altro video contiene tre racconti e si potrà vedere, sugli stessi canali, domenica alle 21. Continua Celestini: «Secondo Matteo l’ho estratto da un libro di qualche anno fa,
Io cammino in fila indiana. Tratta di una surreale epidemia che i politici cercano di capire da dove venga: dagli stranieri? dal dissenso? dai comportamenti devianti? Mi sembrava c’entrasse col clima di questi giorni».
Le altre due storie sono tratte dal suo ultimo spettacolo, Barzellette. «Non era in programma a Bologna in questa stagione. In questi giorni avrei dovuto essere a Modena. Recupereremo, forse. Parlano di Pinelli e della strage alla stazione di Bologna. Cosa c’entrano tra loro e con le barzellette, questi fatti tragici? La voce narrante dello spettacolo è un ferroviere, che discute di viaggi, di treni, e racconta storielle comiche. Il pezzo che riguarda Bologna dice che lo ha ascoltato da un barbone. Ma c’entra anche Auschwitz, con un frammento di un’intervista alle sorelle Bucci, deportate da bambine e scampate alle camere a gas».
Ma come passa questi giorni di clausura un temperamento frenetico come Celestini, lui che macinava chilometri su e giù per l’Italia per fare ricerche o rappresentare spettacoli? «Siamo in quattro in casa, io, mia moglie e i miei due figli. Il più grande fa lezioni online, anche di pianoforte. Gli ho costruito un marchingegno che permette al telefonino di inquadrare la tastiera. Io leggo, scrivo, riordino la cantina. Ci riuniamo regolarmente per colazione, pranzo e cena. Cuciniamo. Non ho mai avuto tanto tempo. Anche quando mi fermavo, prima, era sempre in attesa di ripartire».
” A casa con moglie e figli Mai avuto tanto tempo Prima quando mi fermavo era sempre in attesa di ripartire