Scuola, Regione e presidi in campo per regalare «giga»
Studenti «esclusi» dalla didattica a distanza, c’è il rischio abbandono Dal Miur 5 milioni per pc e tecnici
La chiusura delle scuole prosegue e la didattica a distanza da ormai tre settimane ha ingranato. Ma non per tutti: le fasce deboli scontano un problema di mezzi e connessione. Presidi e Regione in campo per regalare tessere con più «giga» alle famiglie che altrimenti rischiano di restare fuori. Dal Miur risorse per i pc.
La prima settimana è stata quasi una vacanza; la seconda qualche docente stava già mandando dei compiti con il registro elettronico; la terza dal Miur è arrivato l’imperativo della didattica a distanza. E adesso che la chiusura delle scuole si avvia per l’Emilia-Romagna verso la sesta settimana e che prospettive di riapertura per ora non ce ne sono (come ha confermato ieri sera il premier Giuseppe Conte), i presidi si trovano a dover risolvere i problemi che la didattica a distanza ha sollevato, soprattutto in termini di disparità sociali. Se è vero che nella maggior parte dei casi la versione 2.0 della scuola sta procedendo spedita e, per molti, anche con piacevoli sorprese dal punto di vista didattico, per alcuni istituti (soprattutto i comprensivi, quindi elementari e medie) e per alcuni alunni di fasce sociali ed economiche deboli, vedere i propri docenti che fanno lezione via web resta utopia. E negli istituti professionali il rischio di «perdere» dei ragazzi per strada è piuttosto concreto. In questi giorni i presidi stanno facendo un monitoraggio preciso per capire quanti alunni, di ogni ordine e grado, a oggi mancano all’appello.
Come all’Ic 10 in San Donato, dove ci sono le scuole Besta. «In alcune situazioni — spiega il preside Emilio Porcaro — non riusciamo ad attivare un contatto. Alcune famiglie non hanno il pc, altre non hanno la connessione ma solo lo smartphone. Ma telefonicamente non si può fare tutto. Senza contare che alcune famiglie sono numerose e, se va bene, hanno un solo pc». E in alcune zone, come l’Appennino, ci sono anche limiti geografici, spiega il dirigente dell’Ic di Monterenzio Carmelo Adagio.
Le strumentazioni, in realtà, un poco alla volta stanno arrivando. Le scuole stanno svuotando armadi e laboratori informatici e, quando non bastano i computer portatili, vengono dati a casa degli alunni più svantaggiati, in comodato d’uso gratuito, i pc fissi che ci sono negli uffici. Una carenza di mezzi che verrà ulteriormente colmata con i fondi che il Miur ha destinato agli istituti del Paese per piattaforme regionali, dispositivi digitali e connettività, formazione del personale scolastico. All’Emilia-Romagna arriveranno 5,3 milioni (una media di 10.236 euro per ciascuna delle 522 scuole della Regione) e una «squadra» di 72 assistenti tecnici. «Sugli strumenti — conferma Filomena Massaro, preside dell’Ic 11 al San Donato e dell’Ic 12 al Savena, zone ad alta densità di immigrati — procederemo alla distribuzione a giorni. Nel frattempo abbiamo usato whatsapp e il telefono dei genitori. Ma adesso il tema della connettività va affrontato seriamente, non tutti hanno le possibilità di comprare più giga, sarebbe utile liberare il wi
In arrivo tessere Sim L’assessora Salomoni: «Presenterò una manovra per coprire l’emergenza a scuola»
fi comunale». «Dove serve, interveniamo con i pc della scuola — dice anche Grazia Grassi, reggente dell’Ic 14 alla Barca — ma poi se non c’è la linea è tutto inutile. La didattica a distanza sta andando bene per chi non ha particolari problemi». E al professionale Aldrovandi Rubbiani che Grassi dirige, «c’è una grossa fascia di studenti deboli, rischiamo che diversi ragazzi abbandonino. Proveremo a riagganciarli, non vogliamo perderli». Un lavoro certosino di contatti che al Pier Crescenzi -Pacinotti-Sirani, spiega la preside Alessandra Francucci, stanno facendo i coordinatori di classe. «Dobbiamo ancora intercettare circa 15 ragazzi — dice il dirigente del Rosa Luxemburg Paolo Bernardi —, ma nel biennio qualcuno che voleva già abbandonare probabilmente l’abbiamo perso in queste settimane».
Il direttore dell’Ufficio scolastico Stefano Versari ha chiesto alle scuole, spiega lui stesso, «che chiamino, magari attraverso il personale non docente, tutti i giorni i ragazzi più fragili. Vanno chiamati e sentiti senza sosta, quasi tutti i giorni, perché non restino soli». Quanto alle strumentazioni, spiega: «Sono arrivate risorse dal ministero e i presidi stanno provvedendo in autonomia a comprare tessere sim con più giga per gli alunni in difficoltà». Ma non solo: l’assessora regionale all’Istruzione, Paola Salomoni, domani presenterà alla giunta «una manovra — spiega — per acquisire una certa quantità di schede sim, per distribuirle, attraverso l’Ufficio scolastico regionale, a chi ne avrà bisogno. Tamponeremo così l’emergenza per le famiglie fragili. E intanto lavoreremo a un piano, che coinvolge un migliaio di scuole, per collegarle tutte in fibra».
Versari I device stanno arrivando e provvederemo anche con le connessioni Ho chiesto che il personale non docente chiami uno per uno, quasi ogni giorno, i ragazzi più fragili