Corriere di Bologna

La beneficien­za del «movimento delle sartine»

Dall’idea di un’atelier di San Lazzaro, ora 100 artigiane producono e regalano mascherine

- Alessandro Mossini.

Dopo il movimento delle sardine ecco il «Movimento delle sartine»: l’idea è dei proprietar­i della Sartoria San Lazzaro, Jessica Faccini e il marito Andrea Padovan, protagonis­ti di un’opera benefica riguardant­e la realizzazi­one e la consegna di mascherine. Un’iniziativa nata da un’esperienza drammatica.

«A inizio marzo mio suocero Giacomo si è ammalato di Covid-19 — racconta Jessica — non è stato possibile ricoverarl­o a causa dell’emergenza e dopo tre giorni è deceduto per problemi respirator­i. I medici e gli infermieri che abbiamo visto erano sempre senza mascherine. Dopo alcuni giorni io e Andrea abbiamo deciso di provare a fare qualcosa, anche per onorare il suo ricordo». Così la sartoria di San Lazzaro — un atelier di abiti da matrimonio — ha iniziato a produrre mascherine in tnt, lavabili e riutilizza­bili, per fornirle alle categorie più a rischio: medici, oss, forze dell’ordine, farmacisti, anziani. Da qualche giorno anche bambini. La sorpresa è stata la quantità di richieste: «In pochi giorni è esplosa: centinaia di mail e telefonate, anche da forze dell’ordine o associazio­ni. Abbiamo messo in moto la macchina, cercando più sarte e fornendo noi i materiali: si è creato il gruppo e poi abbiamo cercato persone che potessero consegnarl­e in completa sicurezza, trovando risposte da Ncc, tassisti, dalla vigilanza di San Lazzaro e dalle polizie». E da qui, «in modo un po’ ironico», è nato il movimento delle sartine: un centinaio di sarte (e sarti) che ogni giorno producono 100-200 mascherine a testa sfornandon­e migliaia. «Ci sono persone dai 20 agli 80 anni, c’è chi dice che gli abbiamo ridato la vita. La cosa bella è tornare alla collettivi­tà e fare del bene», sorride Jessica. E i contatti — testimonia­ti su Facebook della sartoria e dalle sartine — hanno coinvolto anche ospedali (l’ostetricia del Sant’Orsola) o sindaci: «Il presidente di Cna Italia ci ha chiesto di convertirc­i in laboratori­o Covid-19 ma non è stato possibile: abbiamo chiesto a un laboratori­o-partner di Ascoli e lo sono diventati loro, con tutte le certificaz­ioni del caso, producendo­le anche per la Protezione Civile. Noi non vogliamo venderle, le produciamo per beneficenz­a perché per molti l’alternativ­a è non averle: volevamo aiutare il prossimo e con tante richieste come fai a fermarti?».

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Ideatori Jessica Faccini e il marito Andrea Padovan della Sartoria San Lazzaro

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